G.Cappello, Vita nuova, di Stefano Cazzato

 

 

Giuseppe Cappello, Vita nuova. 

Benvenuta al mondo, di Stefano Cazzato 

Nella sua ultima silloge, dedicata alla nascita della figlia Beatrice, Giuseppe Cappello riesce nella non facile impresa di partecipare agli altri una felicità intima e beata, affidando alle parole il compito di portare il senso, la bellezza, la meraviglia di una nuova vita dallo spazio privato a quello pubblico.

 

Un tempo si diceva che anche il privato è  pubblico, forse per dissolvere troppo sbrigativamente il primo nel secondo, e per sciogliere  e svalutare il sentimento nel politico. Poi vennero i tempi del riflusso in cui il politico scomparve a vantaggio delle piccole gioie borghesi, da vivere solitariamente e, qualche volta, egoisticamente. Quindi si tentò di riaprire la comunicazione tra i due mondi, nella consapevolezza che si potevano desiderare, amare e difendere le gioie del privato, continuando a mantenere uno sguardo attento sul sociale, a coltivare la sete di futuro e di storia, a occuparsi degli altri perché solo così ci si occupa anche di se stessi e dei propri cari.

E’ su questa linea di confine, di comunicazione e di intersezione tra il dentro e il fuori che si colloca la poesia di Cappello. Da un lato la tensione emotiva, fatta di raccoglimenti e introspezione, dall’altro quella etica:la cura degli affetti e l’interesse per la civitas;  le delizie immediate e impagabili di un quotidiano ritrarsi ma anche la responsabilità e la fatica dell’uscire e dello stare al mondo; l’attaccamento al nucleo famigliare ma nel ventre palpitante dell’universo; l’emozione per la piccola vita che irrompe nel gioco della grande vita che va e viene; i momenti personali da fermare e da eternare mentre il pendolo continua a oscillare; “la prima candelina”, “il biberon delle cinque”, il “pianto della prima febbre”, “il ritmo del sonno e della veglia” e l’attività di docente il cui “approdo nella classe” mira alla tessitura delle giovani menti; il partorire della madre e il generare maieutico dell’educatore e dell’insegnante;  il bimbo che fu preso per mano da suo padre e che ora, padre, prende per  mano la sua bimba;  il sisma esistenziale, la scossa che accende la vita e, per contrasto, la favola bella che illuse due giovani fidanzati morti sotto le macerie nella casa dello studente dell’Aquila.

Vita nuova, non solo per chi è arrivato ma anche per chi ha atteso questo arrivo e lo ha saputo accogliere e amare nel profondo, da genitore ma anche da cittadino del mondo, quel mondo cui ogni vita è destinata ad espandersi e a realizzarsi. Venuta al mondo, benvenuta al mondo.

Giuseppe Cappello,Vita nuova, Giuliano Ladolfi editore, 2016, pp. 46, euro 10.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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