Bebo Ferra Trio, Voltage

Bebo Ferra Trio

Voltage

Abeat 2016

In linea con lo spirito e l’affabilità dei suoi propositi musicali, Bebo Ferra risponde alla propria esigenza di dar spazio alle azioni d’un cammino il cui spazio jazzistico è altrettanto intrigante quanto il titolo che reca il proposito dell’album: un Voltaggio che, Caleidoscopio avvolgente nell’Intorno, chiama a sé i moduli emotivi d’un album nel quale le frazioni chitarristiche divengono frammenti portanti per un definitivo viaggio personale, qual è lecito a seguito delle magnifiche collaborazioni con Enrico Pieranunzi, Enrico Rava, Billy Cobham, Franco Ambrosetti, Mike Stern, Danilo Rea, Maurizio Giammarco, Furio di Castri, Al Foster, Pietro Tonolo, Paolo Damiani, Paolo Fresu, Franco D'Andrea, Michael Rosen.

 

Se è pur vero che le scelte poetiche del chitarrista cagliaritano suonano, come sempre, equilibrate, eleganti e men che mai magniloquenti, è anche indiscutibile che l’azione sottile delle sue memorie culturali corrano non prive di personalità complessa e mordente (“Gliders”), evincendo trame articolate e inquiete dall’incontro di forze leggere con passi psicologici compositi e variegati nel Climax ascendente che trova il punto di rottura nel corposo ricorso ai Magneti, esibiti con vigore in un Solo che (da solo) riferisce di una carriera distinta da riflessioni policrome sui nessi più interessanti fra Blue Notes, World Music, Nu Jazz e Jazz Rock. Ed in tal senso sembra muoversi il Pathos traverso ed elaborato di “Zona di Transizione”, nel quale il fraseggio agile e moderno dialoga con le suggestioni Prog dell’Hammond di Gianluca Di Ienno ed il drumming trasparente di Nicola Angelucci, ancora scorrevole e gradevole nel vortice emotivo di “One for Brad”, idealmente dedicato ai flussi introspettivi del Mehldau più armonico e impressionista.

A proposito di Impressionismo: un confronto con se stesso, del quale nessun artista può far a meno, nella distonica focalizzazione dell’agitato pensiero coltraniano di “Countdown” trascritto per chitarra e nell’impalpabile onirica melodia di “Small Ballad”, quale coerente abbandono ai propri sogni, alle proprie fantasie in divenire, alle proprie meditazioni: certamente, perché, parafrasando Jackson Pollock, “suonare è azione di autoscoperta, e ogni artista suona per ciò che è”.    

Fabrizio Ciccarelli        

Bebo Ferra: chitarre, composition except 1 (Di Ienno) 7 (Coltrane)

Gianluca Di Ienno : organo Hammond, pianoforte, Fender Rhodes

Nicola Angelucci: batteria

1.Gliders

2.Zona di transizione

3.Adele

4.La vita giovane

5.One for Brad

6.Jiuan e il cinque

7.Countdown

8.Small Ballad

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