Julia Hulsmann Quartet w Theo Bleckmann. Kurt Weill and America

Julia Hülsmann Quartet W/ Theo Bleckmann

A Clear Midnight - Weill And America

ECM 2015, distribuzione Ducale                  

Prediligere l’opera di Kurt Weill per la performance di un ensemble cameristico può essere opzione operata solo da una mente musicale dai movimenti rapidi che, del bianco/nero dell’autore tedesco-americano, sincronizza gli slanci lirici da affidare ad una voce contemporanea che depura di ogni artificio retorico le colorazioni jazzistiche ed i sollecitanti influssi sonori che, con tutta facilità, avrebbero potuto eclissarsi in virtuosismo ed in frangenti bozzettistici.

 

La forma-teatro di Weill offre un’alternativa dialettica ai voli improvvisativi degli ottoni di Tom Arthurs, un’opera aperta per i paesaggi emotivi evocati dalla sottile suadenza della voce di Theo Bleckmann, corollari di movenze intime ed elegiache nel chiaroscuro raffinato della pianista germanica che disegna vibranti narrazioni secondo melodie intense ed eleganti.

In definitiva, è sorprendente il modo col quale le multiformi Idee del compositore di Dessau vengono accostate a versioni visionarie e versatili, volutamente lontane dalla “Nuova oggettività” degli anni 20-30, introdotte in un volontario distacco dalla “musica d’arte” e sentite più per il Broadway Theater e per un clima fra nuovo cabaret ed attualismo Blue nordeuropeo.

Di “A Clear Night”, musica su testo di Walt Whitman (ed anche questo è un segno se dà il nome all’album) godiamo la delicatezza e l’agilità stilistica con le quali le partiture vengono adattate al sogno totalizzante di una Musica Continentale di grande piacevolezza.

Resta da chiedersi se fosse il caso di meditare su brani come “September Song”, “Little Tin God” e “Speak Low”, in maniera un po’ priva di quella singolare Anima Decadentista che riteniamo fosse una delle fiammanti deduzioni di un uomo libero fuggito prima a Parigi e poi negli Stati Uniti, ove nel 1935 supervisionò “The eternal road”, dedicata alla storia del popolo ebraico.

Quella scelta senza ritorno (in patria) ebbe un senso, che ora appare “Terra di Nessuno”, magnifica nei contorni cromatici ma nebulizzata in una Varietas alquanto fredda e, in verità, intellettualmente inafferrabile.   

Fabrizio Ciccarelli

Theo Bleckmann, vocals : Julia Hülsmann, pianoforte; Tom Arthurs, tromba, flugelhorn; Marc Muellbauer, contrabbasso; Heinrich Köbberling, batteria

Mack the Knife / Alabama Song / Your Technique / September Song / This Is New / River Chanty / A Clear Midnight / A Noisless Patient Spider / Beat! Beat! Drums! / Little Tin God / Speak Low / Great Big Sky.

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