j.w.goethe:forma e contenuto (i filosofi e la musica di stefano cazzato)

J.W.Goethe: Forma e contenuto

I Filosofi e la Musica di Stefano Cazzato 

 

Può esistere forma senza contenuto, forma pura? Sembrerebbe di sì se - come afferma J. W. Goethe - la superiorità della musica rispetto a tutte le altre arti sta nel fatto che “non ha una materia di cui si debba tener conto” (Scritti sull’arte e sulla letteratura, Bollati Boringhieri, 1992). 

Si può interpretare la posizione di Goethe in modo diverso da come la interpreterebbero i Formalisti, senza tuttavia ricadere nella dipendenza da un contenuto empirico. La materia di cui la musica manca è quella delle cose, del reale, da cui non possono prescindere ad esempio le arti figurative finché decidono di restare figurative, cioè la materia dura, inaggirabile, da cui muovono tutti i significanti investiti di una funzione denotativa e descrittiva banalmente referenziale. 

Ma il Segno non resta vuoto quando si separa da questa materia; resta, a livello sistemico, in relazione con altri segni e, a livello extra-sistemico, in contatto con qualcosa, anche se non sappiamo identificare cosa sia questa cosa che sta là fuori. E tuttavia “sappiamo” che c’è, che oltre il segno c’è di più, ci deve essere di più. 

Anche la musica ha una materia come ce l’ha la poesia più musicale, il romanzo senza storia e la pittura senza reale. E questa materia è il sentimento, l’anima e, più in generale, tutto quello che passa attraverso la forma e la comunicazione. 

Si tratta ovviamente di qualcosa di impalpabile e soggettivo e solo in questo senso di immateriale e metafisico. Credo che Goethe abbia in mente questo tipo di evanescenza, di realtà non ontica, di mistero sfuggente, quando parla dell’assenza di materia. Un’esperienza che avviene a un livello diverso dell’esperienza fisica, sotto la soglia dell’evidenza comune. Dove c’è lo sconfinato oceano dell’evocazione. 

Stefano Cazzato 

 

 

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