Gianluca Vigliar-Fragia

Gianluca Vigliar

Fragia

Lhobomusic 2017

 

Inciso nel 2016, Fragia vede all’opera il sax tenore Gianluca Vigliar accompagnato da Marco Valeri alla batteria, Francesco Fratini alla tromba e Luca Fattorini al basso. L’organico del disco è interamente in pianoless: formazione che favorisce una musicalità chiara e minimale che diventa il vero e proprio tratto distintivo dell’opera. Caratterizzate da grande libertà inventiva ed espressiva, le due voci principali si muovono in uno spiazzante e singolare intreccio melodico, ulteriormente esaltato da una ritmica sorprendentemente solida che completa ed evidenzia il discorso musicale sviluppato dagli altri.

Il disco si compone di 7 brani originali fortemente caratterizzati dall’utilizzo di forme contrappuntistiche che danno corpo ad un jazz atipico, sospeso fra il free jazz e le suggestioni per la musica classica. I brani sono quasi interamente composti da Gianluca Vigliar ad esclusione di “Apokalypto” e “Slalom G.R.A.” scritti rispettivamente da Valerio Vigliar, compositore di colonne sonore per film e fratello del sassofonista, e dal trombettista del quartetto Francesco Fratini. Fragia è anche il titolo del primo brano del disco, animato da voci armonizzate che sviscerano l’armonia e colmano il vuoto lasciato dal pianoforte, infrangendosi talvolta l’una contro l’altra in intervalli di semitono che generano audaci cluster. Profondamente intrisa di toni malinconici, “Allur”, unica ballad presente nell’album, si articola in un passaggio di testimone dopo lo svolgimento del tema tra tromba e contrabbasso, ottenendo un lirismo limpido e di ottimo gusto; il brano si conclude con colorati fraseggi del sax in un vamp finale.

L’album, della durata di circa tre quarti d’ora, presenta brani omogenei dal punto di vista qualitativo che, per chi scrive, trovano l'acme in “Flying”, brano che ricorda molto i primi dischi di Ornette Coleman. Da una rapida scorsa alla tracklist, emergono eloquenti due titoli: “Fragia” e “Quartibus” che d’acchito ci preannunciano utilizzo di quarte nell’incipit iniziale del tema che vedremo poi svilupparsi al loro interno. Tutto l’album è un notevole lavoro di arrangiamento e composizione messo in atto dai 4 musicisti che emergono le proprie doti musicali senza mai scadere nell’autoreferenzialismo. Tutta l’opera è intrinsecamente dotata di un accurato lavoro di arrangiamento tra sax tenore e tromba, che si inserisce nel drumming solido e deciso della ritmica di Marco Valeri che crea un’ottima tela sulla quale i solisti dipingono i loro fraseggi.

Lo scorso 1 Marzo il quartetto ha calcato il palco de “Il Cantiere” di Roma, esibendosi in due set della durata di 40 minuti l’uno. Organizzatore dell’evento l’AGUS: un collettivo di musicisti impegnati nella costante ricerca di spazi liberi ed indipendenti per l’organizzazione di eventi musicali. Sdoganare i concerti Jazz dalle tariffe spesso elevate dei loro biglietti per renderli fruibili ad un pubblico eterogeneo è la mission principale dell’organizzazione. Ad emozionarsi ed applaudire di fronte ai dolci e visionari assoli del Fragia Quartet, una caleidoscopica platea di studenti, musicisti e professionisti di ogni settore. Si pone da subito come centro nevralgico della serata il quartetto formato da sax tenore, tromba, contrabbasso e batteria, che ha saputo poi aprire i propri orizzonti armonici al pianismo sobrio ed elegante di Valerio Vigliar e all’incalzante comping di Andrea Biondi al vibrafono. Equilibrato, arioso e dinamico nei propri assoli, Valerio Vigliar accompagna il brano da lui composto enfatizzando il registro medio ed acuto del pianoforte, affrescando una tela musicale pregna di voicing intimistici e dai colori brillanti. Sound esplicitamente pianistico, Andrea Biondi si inserisce nell’organico in uno stato di simbiosi pressoché perfetta donando un ritmo frenetico e saltellante a tutta la durata del secondo set che viene marcatamente scandito dal suo comping sanguineo ed energico.

In conclusione consiglio quindi l’ascolto ad un pubblico eterogeneo alla ricerca di un lirismo limpido ed un’intensa varietà espressiva, in particolare a coloro che prediligono le formazioni in pianoless.

Alessandro Bon

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