Hamasyan,Henriksen,Aarset,Bang-Atmospheres

Hamasyan/ Henriksen/ Aarset/ Bang

Atmosphères

ECM 2016

Per un album d’improvvisazione decisiva è l’empatia fra gli strumentisti, efficace solo se le movenze sulle polarità emotive stabiliscono utili e diverse interazioni negli ambiti melodici e ritmici.

 

La performance in questione è splendida prova di come l’improvvisazione possa costituire passo decisivo per la creazione di panorami musicali avvertiti al di fuori delle regole e secondo modi differenti di affrontare il clima solistico, spaziando fra le volatili instabilità del repertorio armeno, di cui Tigran Hamasyan è maestro assoluto, e le sonorità mistiche e algide del lirismo scandinavo sibilato dalle tessiture armoniche di un Quartetto non privo di grandi Archetipi sebbene assonante con Idee assolutamente proprie ed originali.

Realizzato nel 2014 all’Auditorium di Lugano per una session totalmente libera, il quartetto in tre giorni ha registrato e mixato i quindici passaggi essenziali che compongono la direzione estetica di queste “Atmosphères”, elementi problematici ed innovativi che non cercano soluzioni stilistiche univoche ma, a ben vedere, un universo ignoto di tempi interiori narrati secondo dinamiche elegiache e allucinate, utopiche e al di là di ogni mero esercizio di genere.

Trame avvolgenti in istanti meditativi (“Traces I”, “Traces V”), inquietudini free (“Traces VI”), intenti delicati ed eleganti per ballads visionarie (“Garun A”), ripresi e frammentati nello straniamento acido e multiforme del secondo cd (“Traces VII”), nel Modus lisergico e disequilibrato di una Musica d’Arte volta alla sperimentazione di sonorità emotive ed immediate, a meditazioni sul neo-tonalismo e sulla “Musica spettrale” di Gérard Grisey, Hugues Dufourt e Tristan Murail.

La moderna necessità di Poesia è nell’intercalare le armonie minimaliste di Olivier Messiaen e Anton Webern con il segno utopico delle avvolgenti distonie sciamaniche di Brian Eno, sia nelle brune e talora eccentriche aperture compositive come nell’aumento dei significati embrionali esplorati dalla fluida spiritualità di Arve Henriksen alla tromba che riconducono all’aerea voce strumentale del grande Jon Hassell, nelle aperture cromatiche di Elvind Aarset alla chitarra e nei magnifici siderali Live Sampling di Jan Bang.

Eclettico e privo di barriere difensive d’impronta accademica, cantore per Elegie del Mistero e per Dilatazioni oniriche: pianista straordinario Tigran Hamasyan.

Fabrizio Ciccarelli

Tigran Hamasyan: piano; Arve Henriksen: trumpet; Eivind Aarset: guitar; Jan Bang: live sampling, samples.

Track Listing: (Disc 1) Traces I; Tsirani Tsar; Traces II; Traces III; Traces IV; Traces V/Garun A; Traces VI; Garun A. (Disc 2) Traces VII; Traces VIII; Shushiki; Hoy Nazan; Traces IX; Traces X; Angel Of Girona/Qeler Tsoler.

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