john mayall, talk about that

John Mayall

Talk About That

Forty Below Records 2017

Grande, grandissimo maestro del British Blues, padre spirituale di tanti musicisti dello stile elettrico di Chicago, fine creatore di fluenti dodici battute prive di effetti speciali, a 84 anni John Mayall mostra ancora intatte la sua ispirazione e la sua lettura molto personale della tradizione, continuando ad articolare brillante  il proprio glabro e caldo linguaggio in quel groove dal quale non ha mai voluto separarsi.

 

Certo, perché il Blues per Mayall  è  una strada unica, ed il solo pensare a come entrarci è di per sé già arte, un’arte da sempre destinata ad esprimere tutti i colori dell’anima; una Forma, la sua, assimilata dai grandi talenti di cui è stato mentore (Jack Bruce, Eric Clapton, Mick Taylor, Robben Ford, Larry Taylor e Peter Green), decorando come compositore e multistrumentista le scene eretiche e disinibite della storia Blues Breakers, collaborando in veste di sciamano con Gary Moore, Chris Barber, Shannon Curfman, Tom Canning, Buddy Whittington, Aynsley Dunbar, Dick Heckstall-Smith dei Colosseum, Andy Fraser dei Free, e tanti tanti altri.

Ah, Mr. John Mayall! Dalla tradizione ai suoni cosmici di una verve alchemica senza fine. Sempre composto  sia nelle evanescenze crepuscolari che nelle volte fiammanti della sua fucina sonora, anfitrione della mordente espressività di Chicago più che dei colori dolenti e soffusi del Mississippi, patron graffiante e stralunato  di cui non necessita dir sempre estreme meraviglie, come per questo Talk About That, passo non strettamente essenziale della sua sontuosa discografia… ma ad avercene ancora di splendidi slanci creativi come questo, cosmopolita al di là di etnie, di etnomusicologie, di razze sonore e d’immaginarie concordie nazionaliste, come dal 1965 egli dimostra e dichiara con chiarezza (John Mayall Plays John Mayall, eccellente live Decca, seguito dallo splendido Blues Breakers with Eric Clapton, Decca 1966).

A quali album riferire questa performance? Senz’altro al magnifico The Turning Point (Polydor 1969), a John Mayall with Eric Clapton – Back to the Roots (Polydor 1971), a Jazz Blues Fusion (Polydor 1972), ad  Along for the ride (Eagle/Red Ink 2001), all’ imperdibile Live From Austin, Texas ,13 sept. 93 ( New West Records 2007).  

Anni, e tanti, sono passati e così a qualcuno potrà appare ovvio (ma non troppo) che la critica internazionale si sia dimenticata di segnalare in modo opportuno il disco, forse perché non è stato opportunamente diffuso dai mass media più influenti e generalisti, forse perché i portalettere delle Top Hits ogni tanto si addormentano, forse perché in molti pensano che a 84 anni si abbia poco da dire di nuovo, forse perché si fa presto a dimenticare chi non fa più cassetta secondo il rapido gusto di tanto soporifero mainstream che capita di ascoltare in questi tempi un po’ distratti. Però, per chi ha ancora un certo cuore e qualche attenzione per le emozioni Blues, il Tempo si è da decenni innamorato di John Mayall, e di sinistri presagi non si nota punto in Talk About That: Rocky Athas alla chitarra, Greg Rzab al basso, Jay Davenport alla batteria e, ospite graditissimo in due brani, il chitarrista degli Eagles, Joe Walsh, a vigoroso supporto del tono vocale graffiante, sinuoso, potente, incisivo e raffinato del Maestro inglese.

John Mayall nei primi anni di carriera suonò come seconda chitarra per moltissimi bluesmen americani allora in tour in Inghilterra (T-Bone Walker, Sonny Boy Williamson e John Lee Hooker, fra gli altri), senza mai dimenticare chi lo ispirò giovanissimo quando da autodidatta imparò a suonare pianoforte, chitarra e armonica (Lonnie Johnson, Eddie Lang, il piano-boogie di Pinetop Smith e Albert Ammons).

L’esperienza resta ancora intatta nella rovente chiarezza degli 8 originali e nella passione travolgente delle 3 cover: It's Hard Going Up (Bettye Crutcher), Goin’ Away Baby (Jimmy Rogers) e Don’t Deny Me (Jerry Lynn Williams).

Un Viaggio che ruota attorno al centro stilistico ventoso e universale di un Blues  energico e positivo composto da Idee ampie, flessibili, private e talora irriverenti; “psicologico” diremmo, se fossimo sempre in grado di descriverlo compiutamente.

Thank You Mr.Mayall, see you soon

Fabrizio Ciccarelli

John Mayall (vocals, keyboards, harmonica and guitar, composition) Greg Rzab (bass), Jay Davenport (drums) Rocky Athas (guitar) Joe Walsh (guitar on 3 and 6).

  1. Talk About That
  2. It’s Hard Going Up
  3. The Devil Must Be Laughing
  4. Gimme Some Of That Gumbo
  5. Goin’ Away Baby
  6. Cards On The Table
  7. I Didn’t Mean To Hurt You
  8. Don’t Deny Me
  9. Blue Midnight
  10. Across The County Line
  11. You Never Know

 

 

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