stefano preziosi quartet plays standards

Stefano Preziosi Quartet

Plays Standards

Filibusta Records - 2017

 

Che dire? Evviva il Jazz, se a ricordarne i passi migliori sono appassionati musicisti come Stefano Preziosi ed I suoi compagni d’avventura per questo Plays Standards di pregevole fattura: otto evergreens nelle quali il sassofonista ha modo di esprimere tutta la sua vivacità stilistica, il suo energico vigore nel fraseggio, il suo amore per quello che a mio avviso possiamo chiamare il miglior Jazz di sempre.

Sono brani bellissimi, complimenti al Nostro per la scelta. Sono brani nei quali sarà possibile riconoscere sia il classico glamour delle Blue Notes sia il segno evolutivo che geni assoluti del Novecento hanno lasciato a chi ha voluto (o potuto) intenderne le Forme armoniche e gli Spessori tematici; “classici”, potremmo dire, che hanno ampliato le visioni di tanti compositori ed esecutori, anche a prescindere dal genere frequentato. Tutto ciò a partire da un fremente Bebop di Dizzy Glillespie (eh sì, la Rivoluzione culturale iniziò da lì, assieme a Charlie Parker), la cui modernissima lettura hard evoca il più contemporaneo Bird ed il primo eccezionale John Coltrane, accompagnata dalla forza gestuale di un ispirato Luigi Di Chiappari, la cui Musa eclettica fra Kenny Drew e Lenny Tristano sembra dimenticare le note più tormentate per ascendere a figurazioni tese, fluenti e vibranti. Ottimo Incipit, senza dubbio, brano rappresentativo di un album che, attraverso le onde eufoniche di Love for Sale di Cole Porter, It Could Happen to You di Jimmy Van Heusen e gli specchi crepuscolari di Duke Ellington’s Sound of Love dello stravagante estro intellettuale del prodigioso Charles Mingus, intende tracciare una linea essenziale di colori che esplode nel Cherokee di Ray Noble, ripreso a raffica da Parker in Ko-Ko come da Count Basie, Duke Ellington, Bud Powell, Clifford Brown, e, primus inter pares, dall’immenso Massimo Urbani – che ora sembra rivivere - cui negli anni 70 sentii più volte dar nuova e preziosa linfa in una delle sue tante dionisiache performance al Music Inn di Pepito Pignatelli, tempio romano del Jazz in quel meraviglioso Largo dei Fiorentini-Lungotevere che fu.     

Ed ancora l’esplosiva emotività di Charlie Parker in Barbados, l’abbagliante tristezza dell’ Estate di Bruno Martino declinata in sintassi bop e lo swing temperato di On Green Dolphin Street di Bronisław Kaper reso immortale da Miles Davis, Bill Evans, Eric Dolphy e Oscar Peterson: un Viaggio che significa Itinerario ed Esplorazione, Tragitto ed Escursione, un Navigare a Vele aperte tra i frangenti più coinvolgenti delle Blue Notes.

Non manca nulla: Orientamento perfetto.

Fabrizio Ciccarelli

Stefano Preziosi-sax alto, sax soprano; Luigi Di Chiappari- pianoforte; Alessandro Del Signore- basso; Dario Panza: batteria

BeBop 3:50 /  Love for Sale 7:05 / Duke Ellington's Sound of Love 6:42 / It Could Happen to You 6:28 / Cherokee 5:47   / Barbados 5:55 / Estate 5:53 / On Green Dolphin Street 5:52 / Duke Ellington's Sound of Love (Alternate Take)

 

 

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