mina fossati

Mina Fossati, Sony Music 2019

Può essere difficile parlare di un album a sorpresa, che può spiazzare per il nome dei protagonisti  se a realizzarlo sono due artisti sui quali normalmente risulta eresia dirne non meno che benissimo.

Mina e Ivano Fossati:  due esuli in volontario confino dorato che possono anche permettersi di fare e cantare ciò che più loro aggrada, data la nota levatura interpretativa della prima ed il diamante compositivo (in pentagramma e in versi) del secondo, uno dei più lucidi cantautori italiani - anzi, a parere di chi scrive, internazionali.

Il disco è stato accolto trionfalmente dalla Stampa e dalle Televisioni (ometto citazioni perché sappiamo tutti come prendono luce certe basse dizioni “popolareggianti” quando riguardano alcune Case Discografiche e le truffe delle percentuali elefantiache dello Share TV o dei numeri esplosivi  delle varie piattaforme musicali, realizzabili con semplicissime combinazioni di tastiera di un qualunque pc). 

Ma (e ci penso dieci volte prima di dire “ma”) i conti non tornano, a mio avviso.

E si torna ad antiche ovvietà: per fare un bel disco occorrono belle canzoni, canzoni cui non bastano perfetti arrangiamenti, perfette esecuzioni strumentali, perfetti collaboratori, perfetti collezionismi di andature cromatiche che variano e svariano dal tex-mex di Tex Mex (un genere storico ben distinto, ma qui degli onirismi di  Ry Cooder c’è ben poco, semmai qualche piacevole capriola eufonica di Rubén Blades, Ritchie Valens o Los Lobos) al Funk, al Soul, al Blues, alla Bossa, al Jazzy, all’italianissimo pop e all’intimismo crepuscolare tipico del Fossati, autore prezioso di alcune immagini poetiche che l’hanno reso a tutto merito indiscusso protagonista tra i cantautori italiani.

Ma (e ci risiamo) qualche brano risulta un po’ ridondante nella struttura così come un po’ ridondante è il tutto, canti esso di sentimenti più o meno popolari, di ironie disincantate sull’amore (e quanto piacciano a Mina lo sappiamo tutti), di incantesimi lirici (Meraviglioso, è tutto qui), di lievi sarcasmi aciduli d’intonazione latina (L’uomo perfetto).

Che i due “grandi assenti” del palcoscenico abbiano voluto finalmente incidere un album assieme? Sarebbe più che lecito, senz’altro. In fondo ci avevano già provato nel 1997, quando il loro progetto fu cestinato dai discografici, disegno però mai abbandonato da Fossati, che già due anni fa aveva iniziato a scrivere per Mina con una concentrazione ed una dedizione straordinarie: “Io ho bisogno di molte sillabe brevi e di note brevi, di una maggiore concentrazione di parole dunque, lei invece al contrario ha bisogno di note lunghe e di meno sillabe: la mia sfida è stata lavorare sui concetti per renderglieli più cantabili”(come su “Rolling Stone Italia” del 19 novembre 2019).

Una quasi magia, questa, tutta da trasformare per il tono intenso e profondo della  vocalist, denso di tante bellissime sfumature brune e luminose, all’ombra di una non trascurabile nonchalance e di un’eleganza che teme pochi confronti in quasi tutte le sintassi musicali (jazz e blues esclusi, beninteso). Un audace tentativo che però disegna anche i limiti di un’ipnosi quasi ossessiva alla quale sembra esser mancata la pazienza (o l’applicazione) per adeguare i volenterosi e forbiti arrangiamenti di Massimiliano Pani, figlio di Mina, al senso profondo della versificazione disincantata dell’artista genovese, che comunque come pochi sa spesso dire quel c’è da dire.*  

Magari l’album sarebbe da ripensare soprattutto dal lato stilistico e d’orchestrazione; magari alcune canzoni andrebbero espunte a favore di eventuali altre più consone alla presenza scenica (virtuale ma non per questo meno forte) di Mina; magari occorrerebbe decidere chi dovrebbe essere il vero deus ex machina di un evento così potenzialmente importante per la musica italiana. 

Magari ci penserò ancora e forse in futuro saprò dirne meglio, ma per il momento…

Fabrizio Ciccarelli

Testi e musiche di Ivano Fossati.

L'infinito di stelle – 3:44

Farfalle – 2:59

Ladro – 3:51

Come volano le nuvole – 4:14

La guerra fredda – 4:24

Luna diamante – 4:34

Tex-Mex – 4:03

Amore della domenica – 4:04

Meraviglioso è tutto qui – 3:16

L'uomo perfetto – 4:18

Niente meglio di noi due – 3:43

Durata totale: 43:10

* Mi farà male so quello che sai

e sai tu quello che gli occhi sanno

molto più delle parole sanno

è la storia della nostra vita

l'amore giura e scongiura un momento

ma dopo è tradimento e gli occhi sanno di più (“Tex Mex”)  .

Nessun’ altra ragione che un sogno

ma sono sicura che basta per noi

un caffè in due

qualche stella di carta

e nel buio del cielo la fuori

è già domani

Ecco perché siamo qui (“L'infinito di stelle” ).

Come volano le nuvole

come discendono e poi si innalzano

si manifestano e separano in fretta

dai nostri piccoli sogni

dai sentimenti che a volte si rivelano

così limpidi che ci colpiscono

ci attraversano e poi ci lasciano

ognuno comprende come può (“Come volano le nuvole”).

 

 

 

 

 

 

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