fabio giachino, at the edges of the horizon

Fabio Giachino, At The Edges Of The Horizon,  Cam Jazz 2019

Il pianista Fabio Giachino, da tempo indicato come vero talento del Jazz italiano, mantiene le promesse e compone per il suo ultimo album At The Edges Of The Horizon dieci brani di solida consistenza estetica, votati ad un suono di carattere moderno, espansivo e riflessivo, concentrato sul “disegnare” verità sue personali che dicono di una maturità espressiva e di una varietas notevole e quanto mai chiara nelle intenzioni di Blue Notes ampie e di propulsione internazionale.

Quelle di Giachino sono Blue Notes che non ignorano affatto contatti tanto con Thelonious Monk quanto con J.S.Bach e, uno fra tutti, Sergej Prokof'ev, follemente considerato dal Comitato Centrale del Partito Comunista Sovietico autore di "peccati di intellettualismo e di perversioni formalistiche, di musica complicata ed astratta, avulsa dalla realtà e contenente gravi errori formalistici e naturalistici". In fondo come accadde a Monk nelle convulse censure ad opera della miope fascistoide Critica dei “benpensanti” americani.

Grazie al Cielo di tali rozze aberrazioni ce ne siamo da tempo liberati, grazie anche al bon goût di artisti colti e lungimiranti come il nostro eclettico pianista, che viaggia a vele tese tra la New York d’oggi e l’odierno sussultare di pulsioni europee tanto iridescenti quanto spontanee e piacevolmente mutevoli.  

Ascoltando la performance ci si chiarisce circa le sue collaborazioni con Dave Liebman, Randy Brecker, Miroslav Vitous, Maurizio Giammarco e Dino Piana. Si intuisce il motivo di quel senso “internazionale” che si avverte entrando in contatto con il collettivo jazzistico del policromo Kcihc Aeroc, con i tratti intimi e nebbiosi di Cold Coffee (che vorremmo a giusta sorte riferire all’immenso lirismo di Bill Evans), con l’elettronica dionisiaca Weather Report di Grimilde’s Mirror e di Niribu’s Edges, previo lo slancio emotivo per il senso d’assieme di Abstract Orbit, nel quale l’interazione in settetto con decoratissimi strumentisti porta il livello dell’album ad interrogativi che, ne siamo certi, Fabio Giachino risolverà dando vita ad una prova per orchestra, alla quale, a nostro parere, sembra del tutto destinato.

Fabrizio Ciccarelli

Fabio Giachino ( Piano, Electronics, Compositions )

Luca Begonia ( Trombone )

Paolo Porta ( Tenor Sax, Bass Clarinet )

Davide Liberti ( Double Bass )

Ruben Bellavia ( Drums )

Gianni Virone ( Tenor Sax, Bass Clarinet )

Cesare Mecca ( Trumpet )

Giulia Damico ( Vocal )

1 At The Edges Of 5:10

2 Kcihc Aeroc 4:00

3 Cold Coffee 4:32

4 Bread Way 5:16

5 Grimilde's Mirror 4:46

6 Bass Instinct 0:40

7 Nibiru's Edges 5:12

8 Don't Try This 5:58

9 Spaceshift 4:31

10 Abstract Orbit 6:12

   

 

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