del fra, chet

Riccardo Del Fra

My Chet My Song

Auditorium Parco della Musica 2015

Riccardo Del Fra nel 1979 incontrò Chet Baker e, per comunanza d’intenti ed affinità elettive, registrò con lui ben 12 album.

Più volte, nella sua vita musicale, ha proposto letture dei brani più amati dal trombettista americano ma, mai come stavolta, ha incontrato quel microclima emotivo che gli ha consentito, al di là dei fervori stilistici, di trovare una soluzione poetica tanto personale quanto vicina al Sentire di Baker.

 

Il Quid non comporta affatto che gli aspetti cromatici debbano necessariamente esser affini; anzi, evitando quelle boriose divagazioni spesso dette “omaggio”, negli arrangiamenti Del Fra si libera dalla necessità di far “dialogare” alla Chet , di far soffiare note nel suo modo, di attualizzare un sistema-non sistema di varianti che sono e devono restare di chi tanto si ama.

Il Proporre del Nostro è Ritrarre ciò che Chet aveva più nel suo cuore in una tela emotiva nuova, secondo la lirica naturalezza disegnata in questa performance nei suoi tratti più intimi, più colloquiali, più visionari.

L’esperienza di Del Fra come docente al Conservatorio di Parigi si rivela in arrangiamenti di forma classica contemporanea pensati per avvolgere la temperie di un Quintetto jazz, con un Senso del Futuro dal corso vibrante, che sussurra una Sintonia al di là delle regole filologiche,  proponendo un invito per un viaggio interiore dalle Affiches  vicine quanto più possibile alla consapevolezza del Male di Vivere che Chet seppe fra spacciatori e difficili adeguamenti al “mondo di tutti i giorni”, cercato fra eroina, alcol e straordinarie session notturne nei club romani, come ricorda chi, come il sottoscritto, era spesso da quelle parti.

Da un punto di vista tecnico, la voce ammaliante, fragile, narcotizzata ed inconsueta di Chet è affidata all’area virtuale di Airelle Bresson in un timbro che evoca inquietudine tenue e luminosa, che ne rinnova la memoria “mauvais” e “maussade” nell’aerea Sintesi con la Deutches Filmorchester, nella splendida Misura con la quale gli arrangiamenti di Del Fra e la direzione di Torsten Scholz sanno incontrare il Respiro più nascosto di quell’Arte così Umile, di quelle intuizioni così umane, come in “I’m a fool to want you”, “Love for sale” e  “But not for me” .

A chiudere questa performance così consapevole e perfetta dal lato estetico, “My Funny Valentine”, la ballad di Rodgers e Hart tanto sentita e silenziosamente raggiante nel “racconto umano” che tante volte ne fece il trombettista di Yale, delicata e preziosa nel sottile Cool solistico del Maestro romano.   

Una Suite trasparente e densa d’affetti, disegnata in quel che è giusto per chi ha nella memoria quel Chet delizioso e cortese, raffinato e delicato, figlio di un Jazz maudit che non c’è più.

Ed anche questa è Storia.

Fabrizio Ciccarelli      

Airelle Besson: tromba

Pierrick Pedron: sax alto

Bruno Ruder: pianoforte

Billy Hart: batteria

Riccardo Del Fra: contrabbasso, arrangiamento, composizioni

Deutsches Filmorchester Babelsberg diretta da Torsten Scholz

1.I'm A Fool To Want You ( Frank Sinatra, Jack Wolf, Joel Herron) 11:10

  1. Love For Sale ( C.Porter) 10:32

3.I Remember You (Johnny Mercer, Victor Schertzinger) 10:10

4.Wind On An Open Book (Riccardo Del Fra) 4:59

5.For All We Know (J. Fred Coots, Sam M. Lewis) 12:10

6.1.But Not For Me (G. & I. Gershwin) 4:00

6.2.Oklahoma (Riccardo Del Fra) 3:39

7.The Bells And The Island ( Riccardo Del Fra) 2:52

8.My Funny Valentine (Lorenz Hart, Richard Rodgers) 5:27

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