francesco bearzatti tinissima 4et-this machine kills fascists

Francesco Bearzatti Tinissima 4et

This Machine Kills Fascists

Cam Jazz 2015

 

A memoria del folk singer Woody Guthrie, uno dei più importanti storyteller tra gli americani, ispiratore di Bob Dylan, Joan Baez, Bruce Spingsteen, Billy Bragg e tanti altri, Francesco Bearzatti traccia questa lunga andatura di protesta rifilata dai campi di cotone del Ku Klux Klan e dal traditional spleen leggibile in romanzi quali “Furore” di John Steinbeck e “On the road” di Jack Kerouac.

Continuando il suo viaggio jazzistico fra contaminazione rock e new folk, This Machine Kills the Fascists, storie maledette e vicende di povera gente sui caracollanti treni di sfollati alcolizzati in cerca di baracche e pasti caldi dopo la crisi del 1929 seguente al crollo della Borsa di Wall Street, buio dell’anima ancora presente nella coscienza dei democratici statunitensi.

Il che non comporta che il sound muova sempre su toni blasfemi e oscuri; anzi, come sappiamo, l’idea musicale di Bearzatti è sempre propositiva e densa d’ironia sagace, mordente nel trattare il sax come prolungamento del proprio Super-Io, puntando il tratteggio cromatico su un’energia inesauribile fino alla distonia, frantumando le fibre del Tenore sino a renderle perfetta circolarità del proprio corpo e del proprio intelletto, come nel clima di marchin’ band di Okemah (città natale di Woody) e Hobo Rag, nello stridente fragore ossessivo di Dust Bowl e nello stupore in controluce di N.Y.  

Il suono “fisico” ed esplosivo è la Salute primaria dell’assoluta condivisione con quel Maestro d’espressività che è il trombettista Giovanni Falzone, Totem alla continua ricerca di sentimento nel   trascinante vigore delle sue esposizioni travolgenti e liriche. La Natura del Tinissima Quartet viene inoltre assorbita dal timing sciolto e percussivo delle linee basiche di Danilo Gatto al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria, forti e brillanti nel sottolineare la matrice armonica dei dieci brani originali, chiosati dal visionario vocalizzo di Petra Magoni in One for Sacco and Vanzetti, in ricordo dei due anarchici italiani giustiziati sulla sedia elettrica senza un regolare processo dal Mostro giustizialista degli Stati Uniti ossessionati dal “Terrore Rosso” di supposti comunisti e militanti radicali coinvolti in scioperi e propaganda contro la guerra (macchia indelebile dell’American Way of Life…e pensiamoci ancora) e dall’onirico desiderio di pace sussurrato nella conclusione dell’album, This Land Is Your Land, che Woody compose sulla base del Gospel  When the world's on fire , più conosciuto nella versione del gruppo The Carter Family, registrato dieci anni prima che Guthrie realizzasse la sua canzone, scritta in risposta al famoso Inno God bless America (Irving Berlin, 1918) che Guthrie considerava mellifluo e fascistoide.

Titolo? Sulla chitarra di Woody c’era scritta la frase che dà il titolo al disco: This Machine Kills Fascists

 

Fabrizio Ciccarelli

 

Francesco Bearzatti: sax tenore, clarinetto; Giovanni Falzone: tromba; Danilo Gallo: basso; Zeno De Rossi: batteria; Petra Magoni: voce.

Okemah (Intro); Dust Bowl; Okemah; Long Train Running; Hobo Rag; N.Y.; Witch Hunt; When U Left; Okemah (Reprise); One for Sacco e Vanzetti; This Land Is Your Land.

 

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