Pollock Project, AH!

Pollock Project

AH!

Recorded at Helikonia Studio, 2016

“Dipingere è azione di autoscoperta. Ogni buon artista dipinge ciò che è.”

Così ebbe a dire Jackson Pollock, e ciò che ha sempre reso unico quell’action painting non possiamo non riconoscere sia stata la naturale capacità di indicare le connessioni fra la tradizione ed il tradirla, scoprendo così che la “via” più naturale  fosse proprio dietro l’angolo delle proprie pulsioni, in quello stile personale, febbrile, tanto inimitabile da essere imitato solo da epigoni.

Suonare è azione di autoscoperta. Ogni buon musicista esegue ciò che è.

 

Ebbene, l’Art Jazz, l’Action Music di chi al suo nome direttamente si riferisce, è prova di un Nuovo rivisitato, un Ossimoro di eclettica energia e sintesi stilistica che muove, oltre definizioni e sofismi, una ricerca dell’Originale che non conosce Deus ex Machina, semmai strade che via via si fanno sempre più avventurose nel nome non solo del Viaggio quanto più di una Magia sensibile che attraversa Continenti (Africa, Asia, America, Europa) in diverse Ere culturali.

“AH!” * è prassi strumentale che dal tribale varia all’elettronica più contemporanea, dalle diverse lingue del Suono Metropolitano possono esser tratti Etimi di Maghreb, onirismi per Marco Testoni e Caisa Drum e Simone Salza e Sax nell’India coltraniana (“Naima”), sensazioni jazzistiche cui sottintendere le Forze Visuali con le quali l’album è stato presentato all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 12 marzo 2016: Musica con e per gli iphoneografi del New Era Museum **, Musica per Immagini e dalle Immagini descritta in una Pangea di Alchimie luminose ed itineranti di cui piace ricordare il Segno Antimilitarista di “Sankara” (il presidente-soldato del Burkina Faso che denunciò l’affaire dei venditori d’armi occidentali e per questo assassinato), l’omaggio alla poesia Dadaista “Anna Blume” di Kurt Schwitters (con la sua voce nel sample), il divertito Gipsy dello sballato “Gonzo Entertainment”, l’Officium minimalista e crepuscolare della magnifica invenzione vocale di Elisabetta Antonini fra le Blue Notes trovate nella psichedelia islandese dei Sigur Ros (“Varuo”).

Ricordando ancora Jackson Pollock, sono convinto che ogni artista che sia “moderno” debba operare per esprimere il proprio vero mondo interiore, ovvero il Movimento, l’Energia ed ogni altra Forza interiore, creando non Tecniche ma Fini nei quali tali Forze debbano emergere per ciò che sono.

AH! Posso francamente dire che non conosco nessuno come il Pollock Project.

Fabrizio Ciccarelli

Marco Testoni, caisa drum, percussioni, pianoforte, programming

Simone Salza, sax, clarinetto

Elisabetta Antonini, voce, live electronics

Andrea Ceccomori (flauto 1-9)Stefano Roffi (contrabbasso 2-5) Primiano De Biase (piano 3) Mats Hedberg (chitarra 5) Daniela Nardi (recitazione 9) Chiara e Micol Testoni (5)

Aura (4:55)

Naima (6:47)

Mystical Pr (3:28)

Sankara (6:48)

Gonzo Entertainment (3:34)

Anna Blume (4:20)

Pelham (5:33)

Varuo (5:38)

Serial Dreamers / Ah! (5:24)

Impossible Humans (5:09)

* Il titolo richiama una celebre espressione del Kena Upanisad (“Ciò che nel fulmine abbaglia, fa chiudere gli occhi ed esclamare "AH!"), indica la via per la ricerca della bellezza e dello stupore. (Comunicato Stampa Studio Alfa, Lorenza Somogiy Bianchi)

**L’ideazione di una performance globale di musica e fotografia contemporanea  è nata dalla collaborazione con i fotografi del New Era Museum, un movimento internazionale fondato da Andrea Bigiarini, Brendan Ó Sé, William Nessuno, Dilshad Corleone e Roger Guetta, basato sul linguaggio istantaneo della fotografia digitale mobile attraverso gli smartphone. (Ibidem)

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