francesco maccianti trio, path

Francesco Maccianti Trio

Path

Abeat 2018

 

Mi sembra che di questi tempi I musicisti italiani abbiano molto da dire, senza retorica e senza psicosi patriottesche, men che mai sfacciati rispetto all’Ordine Musicale che la ribalta internazionale predilige e esige, in nome di Boutade neoclassiche ed iperboli jazzistiche dalle belle trame eufoniche.

Ora, a mio avviso, un pianista come Francesco Maccianti merita attenzione non solo perché sa comporre in un linguaggio del tutto privo di iperboli stilistiche ma anche perché la dimensione emotiva delle sue esecuzioni risulta fluida e naturale, ben disposta verso un interessante patrimonio jazzistico senza che quest’ultimo prenda mai il sopravvento sui colori, sull’espressività, sulla naturalezza del Suono.

Francesco Maccianti ha collaborato con Paolo Fresu, Enrico Rava, Giovanni Tommaso, Luca Flores, Flavio Boltro, Eddie Lockjaw Davis, Harry Sweets Edison, Sal Nistico, Richie Cole, Joe Chambers, Airto Moreira, Flora Purim. Ed il motivo è molto semplice: perché è bravo e sa agire nell’interplay con savoir faire e finezza culturale.

Le nove composizioni originali corrono senza enfasi d’Eloquenza fra la misura tecnica di Roberto Gatto alla batteria e la composta creatività di Ares Tavolazzi al contrabbasso; nove brani frutto di una ricerca attenta ma non puntigliosamente metodica, ampia nel disegno cromatico intimista (Path), lirica e accigliata nel riferimento alle Blue Notes nordiche e nella trasfigurazione dei tempi e dei fraseggi più cari a Keith Jarrett (Hombres, Narvali), fuggente nella magnifica eleganza di un’introspezione dai toni crepuscolari (Nuvole, Sunset, Rumba) che personalmente ritengo cifra umana che parla del Nostro nel saper e voler narrare melodie di memorie autobiografiche, attimi quasi insondabili che vengono pronunciati con grande attenzione negli appassionati Controtempi di Hugs, nella briosa dilatazione del luminoso Swing di Escamotage e nel vigoroso intelletto hard bop di The Third Day, trascinante punteggiatura di un entusiasmo che sembra punto per punto riferirsi ad un’asserzione di Charles Mingus che amo particolarmente: "La mia musica è la prova della volontà della mia anima di vivere."   

Fabrizio Ciccarelli     

Francesco Maccianti : piano; Ares Tavolazzi : doublebass; Roberto Gatto : drums

1 Path 2 Hombres 3 Narvali 4 Nuvole 5 Hugs 6 Escamotage 7 Sunset 8 Rumba Para Ti 9 The Third Day

 

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