Ajugada Quartet, Hand Luggage, Filibusta Records 2018
Se piacciono le atmosfere sognanti e serotine, se intrigano i suoni sospesi di un jazz lirico e proiettato in un clima contemporaneo di color brasileiro, allora Hand Luggage dell’Ajugada Quartet è senza dubbio una pièce da tener in considerazione, innanzitutto per la compostezza delle esecuzioni strumentali e per le magnifiche variazioni vocali di Antonella Vitale, cromie di grande eleganza e di raffinata cultura Blue Notes e Bossa.
Il quartetto si muove con estrema naturalezza senza mai indulgere ai soliti debordi cui il jazz d’ispirazione verde-oro ci ha fin troppo spesso abituato specie di questi tempi: il tratteggio solistico di Danielle Di Majo al sax sa insinuarsi suadente nelle perifrasi armoniche, così come l’attento pianismo di Gaia Possenti e la cifra chitarristica di Giulia Salsone (a proposito: un quartetto al femminile…e si sente nella sensibilità delle movenze e nella fluida energia improntata ad equilibrio tra Cuore e Ragione), nobilitato dall’apporto di Juan Carlos Alberto Zamora all’armonica, dall’esperto percussionismo di Neney Santos e dal synth di Stefano Isola.
Magnifica su tutto Il Regalo, in un soffio crepuscolare dipinto dalla perfetta dizione e dalla perfetta “postura” della glottide della Vitale, già accurata nella metrica portoghese di più Cancões qui in effetto, che, ormai fatto purtroppo insolito nel cantare in Italiano, dona allo spettro cromatico di consonanti labiali e sibilanti e di vocali aperte un sensuale divenire emotivo, prezioso per chi abbia a cuore ogni fenomenologia dell’intonare in lingua nostra:
“S’è chiuso il Cielo e tuttavia devo resistere al vento la mia vela che tesa non vola via…non saprò come orientare le estremità del mio tempo e dolcemente io sarò solo un’ombra…”
In tutta sincerità piace, e molto, questo viaggio policulturale che intona da Bahia al Mediterraneo volando dalla placida rivisitazione new age di Kind Folk del grande Kenny Wheeler (uno dei più importanti trombettisti jazz del ventesimo secolo) al distonico newyorkese Jo Jo e, soprattutto, alla tensione di Palhaco / Yo Vengo a Ofrecer Mi Corazon, medley tra il Maestro dell’Etnomusicologia Egberto Gismondi e l’eclettico cantante, cantautore, musicista e regista argentino Fito Paez, pergamene di Pathos ed Elegia da ascoltare ad occhi chiusi e anima aperta, in nome di un Mondo magico da inseguire tra i poetici voli radenti dell’Ajugada Quartet, come si diceva, in sottile incantevole equilibrio tra Ragione e Sentimento.
Fabrizio Ciccarelli
Antonella Vitale, voce
Gaia Possenti, pianoforte
Giulia Salsone, chitarra
Danielle Di Maio, sax alto e soprano
speciale guest
Juan Carlos Albelo Zamora, armonica
Neney Santos, percussions
Stefano Isola, synth
1.Kind Folk
2.Jo Jo
3.A Rã
4.Vento di terra
5.Hand Luggage
6.Il regalo
7.Eu e o Vento
8.Livingstone
9.Swinging Ago
10.Palhaco / Yo Vengo a Ofrecer Mi Corazon