Lucia Settequattrini, Al Green.io sono un cantante .di I.B.Protopapa

 

Lucia Settequattrini, AL GREEN Io sono un cantante

Soul Books,Volo Libero, Milano 2016 (pp. 106), Euro 12,00 

«Non c’è un inizio vero e proprio […] mi piace pensare al fatto che l’anno in cui sono nata ha segnato l’uscita del suo primo disco». Così Lucia Settequattrini, insegnante d’inglese – o meglio, insegnante che insegna a non odiare l’inglese nelle scuole superiori e conduttrice radiofonica – introduce il suo bel libro su Al Green, Io sono un cantante, per la collana Soul Books magistralmente curata da Alberto Castelli.

 

Grande voce soul quella di Al Green, voce che riesce a farci ben percepire il fascino di una vita che è mistero, che forse è, per dirla con Prospero di Shakespeare in The Tempest, sogno, o «new to thee», novità per te, meraviglia, un vero e proprio miracolo, magia…

Il mistero del mondo interiore, il mistero del mondo. Si può fare naufragio e salvarsi. La vita agisce per vie misteriose, la vita sa dove ci porta, la vita stessa… risponde! E la voce di Al Green canta momenti belli e momenti infinitamente tragici, perché tutti i momenti si possono cantare, quelli piacevoli e forse – soprattutto – quelli più difficili; «io non voglio essere realista. Io voglio fare il cantante».

A Memphis, Tennessee – ci racconta con delicate suggestioni l’autrice– il reverendo Al Green (Albert Greene) possiede una piccola chiesa e la gente viene da ogni parte del mondo per sentirlo cantare, quel «frutto proibito che rubava l’anima» diceva sua madre quando accendeva la radio per ascoltare tutto ciò che veniva da Memphis. La continua tensione tra sacro e profano (scrive bene Massimo Oldani nell’introduzione), tra la musica di Dio e la quotidianità di chi deve, dopo essere stato in chiesa, avere a che fare con famiglia, figli, lavoro ecc.

Si può fare naufragio e salvarsi, rimettere insieme i pezzi della propria vita, accettare il dolore altrui, così come Al Green ha fatto con Mary, la donna del New Jersey che non aveva retto al dolore di non averlo per sempre: «tutto ciò che volevo era stare con te e amarti fino a che avrei vissuto. Io ti amo, Al. Io non sono pazza, sono solo infelice, perché non posso stare con te». E allora, la verità, vi prego, sull’amore, la verità, vi prego, sulla vita. E allora, l’amore che farà fare bene e sempre l’amore che farà sbagliare (Love and Happiness), la voce di Al Green che accarezza piano piano le nostre anime, voce di «un angelo che chiude gli occhi e si morde le labbra […] lui è il gospel, è soul, è rock and roll». E allora, per dirla ancora con Shakespeare, «this thing of darkness, I acknowledge mine», riconosco in me qualcosa di oscuro, che non mi è familiare, ma che non mi è nemmeno sconosciuto. E ha a che vedere con me, mi riguarda. E allora, Tired of Being Alone, Love and Happiness, l’amore ti aspetta, le donne sono più sensibili di un uomo?L’amore che fa fare bene e fa fare male, ma che bisogna metterlo in canzone. Let’s Stay Together, stare con te fa sentire persone nuove, voglio stare con te, Take Me to the River, Simply Beautiful, Dream, sogna e fallo durare per sempre oltre il tempo di una canzone, Free at Last, e tanti altri pezzi di cui Lucia Settequattrini ha scelto di parlarci e che hanno segnato per sempre la sua sensibilità e il suo approccio con la realtà. Lei dice grazie a Al Green e noi diciamo grazie a lei per questo prezioso libretto, molto più di una semplice biografia su Al, ma un vero e proprio saggio forse, su amore, passione e vita, voce e musica, fede e religione – intesa quest’ultima nel senso più originario del termine, di dedizione e cura –perché poi, «infine, che poi è l’inizio, con Al Green cantiamo e crediamo che l’amore ci illumini il sentiero e ci porti alla libertà camminando insieme».Si può fare naufragio e salvarsi e, nel naufragio la rinascita. Nel mare di quella vita che agisce misteriosamente, ma sa bene dove portarci. Se vivere è shakesperianamente vivere nella tempesta «e se ti sembra di non farcela, Al corre, suda, chiude gli occhi, vola per te, e lo fa cantando il canto da dove lui viene e da dove – ora lo sai – vieni anche tu».

Ilenia Beatrice Protopapa

 

 

 

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