marcotulli.erskine.danielsson-trio m/e/d

Marcotulli/Erskine/Danielsson

Trio M/E/D

Abeat Records 2016

La performance del 2014 al Porto Antico di Genova, dalla quale l’album è tratto, è un Saggio di eloquenza stilistica che sa unire il portamento artistico con la raffinata fluidità dell’esposizione, dote rara e appannaggio di quei musicisti che possiamo considerare Segno del panorama contemporaneo.

 

Non intendiamo ricordare quanto la Marcotulli, Peter Erskine (estroso drummer dei Weather Report e degli Steps Ahead) e Palle Danielsson (eccellente contrabbassista del “Quartetto europeo” di Keith Jarrett negli anni fra il 1974 ed il 1979, prediletto collaboratore di Jan Garbarek, Bobo Stenson, Lee Konitz e  Michel Petrucciani) siano da decenni protagonisti assoluti del miglior jazz, né vogliamo sottolineare quale forza espressiva sappiano esprimere dal vivo, come ognuno che li abbia ascoltati  ben sa e ricorda. Preferiamo invece riflettere su come raramente accada che un album possa dare la sensazione di uscire dalle barriere del tempo ed abbracciare, per forza catalizzatrice, tanto la tradizione quanto l’innovazione, in un singolare affrancamento dalle regole accademiche e, per la naturale energia che sprigiona, dare emozioni a chi ascolta.

Il Trio MED calibra con sobrietà la propria essenza stilistica sia nei passaggi diafani che in quelli sostenuti, sia negli orditi evanescenti sia nei nuclei di aitante concretezza. L’ampiezza espressiva dell’album è nella luce confidenziale delle immagini spigolose e sorridenti del geniale Thelonious Monk (“Pannonica”), nell’audacia poetica dell’instabile Charlie Haden, scomparso da due giorni al tempo di questo concerto (“Nightfall”), percorrendo l’immediatezza delle Forme con le improvvisazioni del drumming possente e lirico di Peter Erskine (“Bulgaria” ) o con la ricerca di sonorità lignee d’intonazione barocca da parte di Palle Danielsson (“Mars”), secondate dalla cura filologica colta e alchemica di Rita Marcotulli, pianista consapevole del proprio Divenire nell’assimilazione teoretica di un percorso estetico condiviso con artefici dell’evoluzione quali Chet Baker, Joe Lovano, Joe Henderson, Dewey Redman e Pat Metheny.

Di momenti così, e non temiamo di errare, ne abbiamo pochi.</span></p> <p><span style="font-size: 14pt;">Fabrizio Ciccarelli    

Rita Marcotulli: pianoforte - Palle Danielsson: contrabbasso - Peter Erskine: batteria

Track Listing: Mars; This Is Not; Spells; Pannonica; ForJupiter; Nightfall; Bulgaria; Autumn Rose.

 

 

 

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