arketypos trio

Arketypos

Trio

Alfa Music  2017

Clima di assoluta concentrazione, portamenti spaziosi e densi di soluzioni contemporanee, il cui significato sembra andare ben oltre il loro apparire e scomparire, atmosfere rarefatte descritte da un linguaggio tanto personale quanto sintetizzante la grande lezione dei Maestri della Chitarra Jazz in trio.

 

Può incuriosire il nome scelto: Archetipo per Platone è l’Idea, la forma preesistente e primitiva di un pensiero, per Carl Gustav Jung le idee innate e predeterminate dell'inconscio umano; per ogni musicista, il punto di riferimento dal lato stilistico-compositivo. Certamente di archetipi ne avverte anche il nostro Trio, ma non “prototipi” o “stereotipi” quanto piuttosto pensieri d’avvicinamento, d’accostamento ad “archiscritture”, a dirla con Jacques Derrida, come dimostrano le cinque composizioni originali del chitarrista Antonio Carboni e le tre del bassista Luca Primo.

Potremmo citare la versatilità e l’intuito improvvisativo di John Abercrombie, alcuni tratti dell’“impromental experivisation” di Derek Bailey, l’ingegno di Bill Frisell, le luminose acidità di John Scofield e del Pat Metheny dal 2000 al 2008, la mobilità strumentale di Mike Stern, ma sarebbero solo riferimenti occasionali che terrebbero poco conto dell’estro così ampio (e così singolarmente vicino alle molteplici nuove tendenze) che Carboni dilata in fraseggi equilibrati, piacevoli e mai distonici, non avvertendo necessità di furie iconoclaste o di superusati toni avanguardistici.

Nelle coinvolgenti melodie tratteggiate dalla Sei Corde ruolo determinante è svolto dal tappeto sonoro creato dal basso elettrico di Luca Primo e dal timing pieno, ordinato e policromo di Gianluca Costa alla batteria, elementi essenziali alla realizzazione di un Trio ispirato alla “Musica quale archetipo dell’umanità… per cui il jazz è come la pittura, ove ci si lascia trasportare dall’emozione trasmessa dalla visione nella sua interezza” (cit. Note di Copertina ), come reso visibile, last but not least, dalla primitiva e magnifica front cover del fotografo Roberto Sanna.     

In tal senso Arketypos è nel descrivere le composizioni lasciando apparire i  temi vestendoli di colori e accordi via via maggiormente sofisticati (“Mediterranea Fight Song”), con coinvolgenti effetti di variazione che rivelano ottima conoscenza filologica e decisa originalità dal lato armonico, estrosa quanto necessita per esprimere luci soffuse e consone allo spirito meditativo dei Tre (la dimensione blues di “Nerano”, il New Rock di “Remebering”) ed emergere diversa negli approcci più animosi ed aspri (“Coixedda”, “The Giants”, “Electric Riot”), in nome di una scelta eclettica e necessaria ad una personale nebulosa jazzistica.    

Fabrizio Ciccarelli

Antonio Carboni guitar; Luca Primo electric bass; Gianluca Costa drums

1 - Mediterranean Fight Song [A. Carboni]

2 - Nerano [L. Primo]

3 - Remembering [A. Carboni]

4 - Coixedda [A. Carboni]

5 - The Wait [L. Primo]

6 - The Giants [A. Carboni]

7 - Lydian Song [L. Primo]

8 - Electric Riot [A. Carboni]

Production coordination: Fabrizio Salvatore, Sound engineer: Alessandro Guardia

 

 

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