diana krall, turn up the quiet

DIANA KRALL

TURN UP THE QUIET

Verve 2017

Il blasone sentimentale di Diana Krall ha conosciuto nel corso degli anni riconoscimenti notevoli e, a dir il vero, talvolta molto generosi, non fosse altro che per la sua significativa prestanza (non solo scenica) ed il suo modo d’interpretare estremamente lineare, abile a sottolineare la “morbida lettura” del jazz più gradito a chi il jazz gradisce nei suoi passi meno avventurosi e, per così dire, meno “rapaci”.

 

Certo è che la pianista conosce bene le miscele sonore attraverso le quali catturare l’attenzione di chi ascolta, lavorando con grande attenzione all’arrangiamento e prestando cura alla memoria delle Blue Notes più affabili e – chissà, forse per captatio benevolentiae – avvolgenti e dedicabili a serate galanti nei roof garden di New York e Los Angeles, presso i quali, come ognuno ben sa, riscuote plauso e generoso gradimento. Del resto la pianista canadese  ha venduto oltre 6 milioni di dischi negli USA e oltre 15 in tutto il mondo, senza contare i numerosissimi downloads da iTunes e via dicendo (si sa che è una delle più cercate su eMule, Torrent, Noisetrade e Free Music Archive); inoltre, durante gli anni '90 e 2000, è stata l'artista jazz donna più venduta e ascoltata e, come cantante, è l'unica nel jazz ad aver vinto finora tre Grammy Awards e otto Juno Awards, conseguito nove dischi d'oro, tre di platino e sette Multi-Platinum e ad aver debuttato, con nove dei suoi album, in cima alla Billboard Jazz Albums.

Questo non vuol dire che la Krall suoni e canti solo per mestiere, invaghita del Cool, del Traditional, dello Swing e, forse, di un signorile Pop da fascinosa Milady : la bella signora, abilissima a concertare eventi con strumentisti di assoluto livello quali, in questo album, il contrabbassista Christian McBride ed il chitarrista Russell Malone, sa viaggiare nelle morbide ricercatezze delle Notes in Trio/Quartetto/Quintetto (però si faccia per favore a meno degli archi) e sa scegliere brani di sicuro spessore artistico fra i più noti del Songbook statunistense (valgano la splendida “Like Someone in Love” di Johnny Burke e James Van Heusen, l’intensa “Isn't It Romantic” di Lorenz Hart e Richard Rodgers, l’elegante e crepuscolare “Sway” di Norman Gimbel / Luis Demetrio Traconis Molina / Pablo Rosas Rodriguez, e la ballad magnifica fra le ballads “Night & Day” di Cole Porter).

Cosa dire? Il disco è bellino, piacevole e pastoso come un Cocktail Martini a Mezzanotte, perfettamente realizzato dal lato tecnico, ordinato e omogeneo nel fluire della tracklist, fedele e sincero nei confronti dell’intenzione della Krall, degli abili direttori artistici della Verve Records e della sagacia dell’ineffabile produttore Tommy LiPuma da poco scomparso, a garanzia di uno charme tanto Yankee quanto leggermente distante se non dal “fuoco di Dioniso” almeno dal Groove che in verità molti di noi attendono dal jazz.      

Fabrizio Ciccarelli

Diana Krall, vocals, piano - Russell Malone, guitar - Anthony Wilson, guitar - Tony Garnier, bass - John Clayton Jr., bass - Christian McBride, bass - Karriem Riggins, drums - Jeff Hamilton, drums - Stuart Duncan, fiddle

1.Like Someone in Love (Johnny Burke / James Van Heusen) 3:16           

2.Isn't It Romantic (Lorenz Hart / Richard Rodgers) 4:28              

3.L-O-V-E (Milt Gabler / Bert Kaempfert) 4:21  

4.Night and Day (Cole Porter) 4:38        

5.I'm Confessin' (That I Love You) (Ralph Edward Daugherty / Al J. Neiburg / Ellis Reynolds) 3:24           

6.Moonglow (Edgar Delange / Will Hudson / Irving Mills) 5:15 

7.Blue Skies (Irving Berlin) 4:38 

8.Sway (Norman Gimbel / Luis Demetrio Traconis Molina / Pablo Rosas Rodriguez) 6:12            

9.No Moon at All (Redd Evans / David A. Mann) 4:06   

10.Dream (Johnny Mercer) 4:04              

11.I'll See You in My Dreams (Isham Jones / Gus Kahn) 3:53

 

 

 

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