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Pierluca Buonfrate, Words, AlfaMusic 2019 

Cantare jazz partendo dagli archetipi solistici di Miles Davis non è certamente cosa semplice, tanto più se i colori di un album come Words di Pierluca Buonfrate intendono lambire, anzi accarezzare, sofisticati arabeschi newyorkesi, volendo stabilire un chiaro punto di contatto con la migliore Storia delle Blue Notes, sia quelle più intime, quelle da vocalist sui tanti colori della notte, sia quelle più da crooner, empatico col Funk e col Bop .

Gli arrangiamenti e la collaborazione con artisti eccellenti sono il fulcro di un disco ben riuscito, a partire dal fondamentale contributo di Ettore Carucci al piano (abile nel costruire e variegare emotivamente), Francesco Puglisi al contrabbasso (gran classe nell’estensione stilistica di un pensiero “ritmico” modernissimo e avvolgente) e John Arnold alla batteria (eccellente e versatile mago newyorkese, per mia convinzione uno dei drummer più creativi e colti che impreziosiscono la scena jazz italiana da tempo), che donano il destro a performance vocali dalla verve cristallina e lucida, attratta da coloriture contemporanee che illuminano anche le pagine più brune con i riflessi violacei e perlati di un fraseggio molto naturale, disinvolto nella fluenza dell’interpretazione e nella scioltezza dello Scat.

Voce come strumento per i soli di Miles Davis, trascritti in parole (ecco perché Words) da un bravo e attento insegnante di canto, da quest’anno uno dei vocal coach di «Amici» e da tempo coordinatore dei corsi jazz alla Saint Louis College of Music di Roma, cantante nell’orchestra di Renzo Arbore “Swing Maniacs” con cui ha inciso due dischi (da non perdere su Rai Play la trascinante intelligenza della big band in “Son felice sol cosi..” e “Meno siamo meglio stiamo”!).

Voce come strumento nell’ottimo elegantissimo passo a due con Gegè Telesforo in The Darkness (swing, controtempi, abilità cromatica), nel meraviglioso Footprints di Wayne Shorter (eccellente il commento-viatico di Ettore Carucci al piano), nell’elasticità vocale di The Sun e Johnny Blue (con la brillante agilità di Michael Rosen al sax soprano nel primo brano e di Vincenzo Presta al sax tenore nel secondo: note vigili  ed estroverse per descrivere un’emozione, come fanno quelli bravi), nella profondità lirica di Never Without You  e della song  My Muse, nella quale il cuore è aperto alla My Funny Valentine di Richard Rodgers e Lorenz Hart per il musical “Babes in Arms” del 1937, uno dei brani prediletti da Miles Davis e Chet Baker (Chet! E così diciamo tutto circa la sensibilità di Pierluca).

Words certamente, quando, come il Nostro dichiara in una recente intervista, “Il rapporto tra musica e parole è intenso e complementare, e la musica è il vettore grazie al quale una parola può essere raccontata.”

Certamente. Buon viaggio Pierluca. E noi con te.  

Fabrizio Ciccarelli

PIERLUCA BUONFRATE vocals

Ettore Carucci piano

Francesco Puglisi double bass

John Arnold drums

SPECIAL GUESTS

Gegé Telesforo vocal

Michael Rosen soprano sax

Vincenzo Presta tenor sax

  1. Miles (Intro)
  2. The Darkness (feat. Gegé Telesforo)
  3. The Sun (feat. Michael Rosen)
  4. Never Without Love
  5. Footprints
  6. My Lovely Girl (feat. Vincenzo Presta)
  7. Ordinary Living Elementary Options
  8. My Muse
  9. Johnny Blue (feat. Vincenzo Presta)
  10. One Body Many Souls
  11. Miles (Reprise) (feat. Michael Rosen)

Lyrics and Music by Pierluca Buonfrate except “Never Without Love” and “One Body Many Souls” music by Ettore Carucci, “Footprints” music by Wayne Shorter.

Production supervision Fabrizio Salvatore

Sound engineer Alessandro Guardia

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