Georges Perec, I Filosofi e la Musica, Stefano Cazzato

I filosofi e la musica: Georges Perec

La vertigine dell’inafferrabile 

Fondatore dell’OuLipo, saggista, poeta, drammaturgo, Georges Perec non è stato un filosofo di professione ma un filosofo appassionato, dato che uno dei suoi interessi principali andava ai modi in cui le parole si legano alle cose, i significanti ai significati, i contenitori ai contenuti, le categorie agli oggetti e agli esseri del mondo. C’è tema più filosofico di questo?

C’è tema più filosofico di quello che riguarda l’ordine da dare a una realtà disordinata e a tutti gli enti, materiali e immateriali, che la compongono?

Ebbene, Perec lo ha affrontato in un libro bello e enigmatico dove ha proposto, tra le altre cose, un curioso modo di organizzare una biblioteca, distinguendo i “libri molto facili da sistemare”, da quelli “non troppo difficili da sistemare” e da quelli “quasi impossibili da sistemare”, per fornire quindi diversi criteri utili alla sistemazione: “in ordine alfabetico, per continenti o paesi, per colore, in base alla data d’acquisto, secondo la data di pubblicazione, per formati, per generi, seguendo i grandi periodi letterari, per lingua, per priorità di lettura, per rilegature, per collane”.

E se provassimo a fare ordine nei nostri dischi, quali di questi criteri potremmo trasportare in ambito musicale e quali no?  Quali dischi sono facili e quali difficili da sistemare? Se è vero che i suoni sono più imprendibili e volatili di altri enti, dovremmo forse inventare altri modi di classificazione? Non c’è dubbio che ciascuno, lavorando su combinazioni, ricordi, sentimenti, passioni, gusti, sinestesie, inventerebbe criteri personali accanto a quelli più canonici e universali, ammesso che ce ne siano. E qualcun altro, dopo aver ascoltato un nuovo disco, che non pare rientrare nelle categorie stabilite, si chiederebbe: ma che musica è questa?  E’ bella, interessante, coinvolgente, ma non riesco a collocarla, a definirla.  Non pochi, credo, si comporterebbero così di fronte a un disco che spiazza; poi, quando le ansie di ordine e di stabilita saranno passate, il tempo provvederà a far nascere categorie e contenitori più adatti, archiviandone altri. Ma anche allora questi non basteranno perché sonorità nuove e nuove improvvisazioni metteranno in agitazione, in allerta o semplicemente in attività le nostre orecchie. Ciò che prima era chiuso, si apre: a livello uditivo, ma non solo. E’ l’eterna lotta tra la totalità e la fluidità, tra l’essere e il tempo, tra la consistenza e la perdita, tra il prendere e il lasciar andare, tra il conosciuto, il riconosciuto e lo sconosciuto.

Tutto questo far ordine tra libri e dischi, fra parole e suoni, è un gioco, certo, ma un gioco serio che ci fa oscillare continuamente “fra l’illusione della completezza e la vertigine dell’inafferrabile”. (G.Perec, Pensare/Classificare, Rizzoli, 1989, p.36)

 

Stefano Cazzato

 

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