franco battiato, povera patria (le parole della musica)

Le Parole della Musica

Franco Battiato, Povera patria

 

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere

di gente infame, che non sa cos'è il pudore.

Si credono potenti e gli va bene quello che fanno;

e tutto gli appartiene.

E’ sempre giusto che gli artisti dicano del mondo che è loro intorno, senza voler pretendere quell’Impegno  che fu Meta non raggiunta trent’anni fa, quando da tempo ci si aspettava il Cambiamento, la Forza Morale che sarebbe dovuta arrivare da quelli “che avevano studiato di più”, da quelli che avevano avuto l’opportunità – ed il tempo – per riflettere sulle vicende della Povera Patria, all’indomani delle tante stragi e del clamore suscitato dalla corruzione politica che, impunite entrambi, avrebbero aperto la strada alle bombe del 1992-1993 in odor di trattativa stato-mafia, o chiamatela pure come vi pare, Camorra, Sacra Corona, Ndrangheta, tanto il risultato fu lo stesso.

Falcone e Borsellino, Salvo Lima, Leoluca Bagarella e Matteo Messina Denaro che proponevano di spargere siringhe infette nelle spiagge di Rimini per creare allarme sociale. Gli atti terroristici falliti allo stadio Olimpico di Roma e contro il collaboratore di giustizia Salvatore Contorno, la strage di via dei Georgofili a Firenze, la strage di via Palestro a Milano, “Mani pulite”, la fine della Prime Repubblica…

Chi al governo? Craxi-Andreotti-Forlani, come se il loro Mondo di corruzione fosse stato pensato per sempre, per un Sempre inesistente e di cui non dovremmo sapere che farcene. Ma il Sistema non concepisce Interruzioni e s’ingozza solo della propria Eternità fantasma, in quanto al Sistema succede sempre un altro Sistema. Ma il Sistema preferiva morire di se stesso piuttosto che rinunciare al Potere… 

Il testo di Battiato, per i Nuovi Anni di Piombo, per il Passato dello “spontaneismo armato” delle Brigate Rosse e dei NAR (enigmi irrisolti ma tempo intuiti), per le Memorie più lontane della Primavera di Praga e della Pantera del movimento studentesco, intendeva “suscitare il caso” della spazzatura parlamentare e di quanto ad essa girava intorno, dai servizi segreti deviati al becero populismo col quale Onorevoli da tempo in trono ed altri Aspiranti all’Altare ingannarono la Povera Patria (e ci riuscirono, mancando una vera controinformazione ed una vera alternativa parlamentare).

Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!

Questo paese è devastato dal dolore...

Ma non vi danno un po' di dispiacere

quei corpi in terra senza più calore?

Personalmente non ho mai creduto al Sistema e per questo vidi nelle parole di Battiato la possibilità di rivedere in senso moderno la funzione etica dell’Arte, peraltro già nel Cinema italiano con “Palombella Rossa” di Nanni Moretti e il “Caso Moro” di Giuseppe Ferrara come in alcuni spettacoli teatrali di Dario Fo e nel sincero apporto di tanti giornalisti, specie quelli che, dopo il Mistero Irrisolto, rimasero ai margini della Stampa Nazionale, e nei confronti dei quali il mio sincero rispetto e affetto resta ancora immutato.

Ma sarebbe servito altro, perché il Sistema era di fatto invincibile e si era appropriato dei mezzi d’informazione ed aveva obnubilato la mente dei giovani e posto tra l’incudine e il martello la gente che aveva bisogno di lavorare, la quale - se prima divisa fra dovere morale e necessità economica - perdeva sempre più ogni energia nel dover pagare balzelli per spedizioni militari, banche in crisi o in finta crisi, risanamenti di un debito pubblico la cui natura non fu mai chiara, rincari ignobili dei generi essenziali, delle prestazioni sanitarie, delle tasse sulla prima ed unica casa (non dei feudi o dei latifondi).

Nel fango affonda lo stivale dei maiali.

Me ne vergogno un poco, e mi fa male

vedere un uomo come un animale.

La Musica italiana, di cui vorremmo essenzialmente parlare, finì per cadere nel Riflusso, priva di entusiasmi civili e, nel migliore dei casi, rintanata nei meandri veterointimisti delle paludi commerciali che spensero, quasi definitivamente, i Timbri dell’Indignazione e di una Coscienza che spirava nel Nulla Sociale.

Per questo la canzone (e con una certa difficoltà posso ricordarla solo come tale) rimane ancora quale mancato Mondo Parallelo di ciò che avrebbe potuto essere, al di là del raffinato mondo esoterico che l’autore evocava nei memorabilia dei suoi suoni cosmici e nelle sue fughe astrali alternate a solarità di speranze interrotte.  Il Mondo che avrebbe potuto essere, ma che non è mai stato.

Il Mondo che s’è spento, grazie a Loro…, grazie alle infamie del Gruppo di Bilderberg, alle Logge Massoniche dei Principi Ignoti e ai Trust imperialisti - prima anglo-germanici poi statunitensi ed oggi tutti in concordia con Cina e Russia - che governano i Continenti e inventano battaglie e immigrazioni sfruttando la Disperazione di quattro miliardi di persone (ma chi vende le armi, i mezzi blindati, i pick-up con mitragliatrici,  i PC per i missili a distanza, gli aerei con sensori ad infrarossi, gli elicotteri da bombardamento ravvicinato, e perfino i cerotti, gli antibiotici, gli anestetici ed ogni prodotto farmaceutico per curare le ferite da guerra? ).

A quell’Italia partecipe allo Sterminio Battiato non alludeva esplicitamente, ma l’Italia era quella, indifferente, algida nel proprio conformismo, apatica e qualunquista, quella dantesca Meretrice di cui vergognarsi. Speranza? Quale Speranza?      

Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali

che possa contemplare il cielo e i fiori,

che non si parli più di dittature

se avremo ancora un po' da vivere...

La primavera intanto tarda ad arrivare.

Speranza? Si riesce forse a leggere Speranza in quelle Parole dure, durissime, come quelle di un uomo qualunque che non ne possa proprio più, o quelle di un artista che, solito cantare astrazioni e stravaganze o gocce filosofiche fra irrazionalismo e mistica orientale, s’era dovuto arrendere alla necessità di dover dire la sua su argomenti che fino ad allora gli erano appartenuti pochissimo, al dovere d’indignarsi, al non dover dimenticare, al denunciare?

Brano d’apertura di “Come un cammello in una grondaia”, vide la partecipazione dell’Astarte Orchestra of London diretta da Antonio Ballista e Giusto Pio, del Coro Ambrosian Singers of London diretto da John McCarthy, di Filippo Destrieri alle tastiere, Gavyn Wright al violino, Roger Chase alla viola e Anthony Pleeth al violoncello; ben quattro pièces furono dedicate a Richard Wagner, Hector Berlioz, Johannes Brahms  e Ludwig van Beethoven, nel segno di una contaminazione che vedrà convincenti ed originali prove anche in album futuri (in particolare nei tre “Fleurs” del 1999, 2002 e 2008). Targa Tenco nel ’92, 250.000 copie vendute, ancor oggi il disco riceve giusti riconoscimenti ed è da considerare come antesignano di molte interessanti produzioni fra New Age e nuove tendenze cantautoriali di impronta sociale, filologicamente riferibili ad “Aria di rivoluzione” (1973) ed “Ethika fon Ethika” (1974).        

Su Note estese che richiamavano il particolare anticlassicismo germanico reinventato dal Beethoven dei Quartetti e dei Lieder, con interpretazione “soffiata” e claudicante nella mossa versatilità del vibrato e del “canto di testa”, il velo melodico appariva quasi in antitesi col tono deciso ed impetuoso del testo.

Nonostante il musicista catanese abbia più volte dichiarato la propria estraneità al mondo politico, ciò che si dice, si scrive o si canta, è lanciato nel Mondo, che lo si desideri o meno, come quelle parole che non avremmo voluto sentir mai, ma che non potemmo e non possiamo sentir nostre.

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere

di gente infame, che non sa cos'è il pudore,

si credono potenti e gli va bene quello che fanno;

e tutto gli appartiene.

Povera Italia…

Egozero

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