tears for fears-songs from the big chair

Tears for Fears, Songs from the Big Chair, Vertigo 1985, vinile 2021

Vado a riascoltare, stimolato da mio nipote Angelo De Nicolais che mi suggerisce uno degli album più noti degli anni 80, soprattutto per chi abbandonava il metal rock, il pop, la smooth music noiosetta, e si avvicinava alle nuove tendenze che, pur partendo dal rock, inserivano elementi elettronici ed un’atmosfera, soprattutto, di spazialità più libera, d’atmosfera notturna tornita da svisate strumentali per il tempo inusuali (soli rock di sax contralto, elaborazioni electro, vamp vocali mediati e distorti da computers): Songs the Big Chair dei Tears for Fears (nome più che adeguato per l’estetica prescelta dalla formazione new wave britannica), una band già new romantic che con i singoli Shout (brano tagliente a tempo di marcia con irruenti passaggi dalla batteria al basso “slappato”, come si dice in gergo) e l’onirico Everybody Wants to Rule the World aveva scalato (a merito) la meritocrazia della British Invasion.

Durante la loro carriera hanno venduto più di 30 milioni di dischi, a torto o a ragione: in ogni caso certo è che i riflessi violacei dei flussi elettrici davano nuovo senso al discorso musicale con frasi a spigoli e riverberi energici, esplodendo energia diretta, di notevole duttilità e sofisticati arabeschi psichedelici di tonalità brune gravide di tensione, scabri cantabili come nella celeberrima possente Shout, nel World di Listen, metropolitano e sofisticato orientale accostabile al grembo nipponico dei Japan di David Sylvian.

Un album ora riedito in vinile, certamente una performance di gran personalità artistica, scintille ove il discorso musicale, ormai lontano dal synth pop, dal glam dei Jam, da Elvis Costello, da Brian Eno e dai Talking Heads (però, che nomi!) ancor oggi risulta denso di energia lucida ed innovativa creatività. Un ultimo appunto: Tears for Fears come nella rievocazione prenatale nella quale il paziente può (e deve) riprovare le sensazioni prenatali per abbandonare definitivamente ogni timore con le “lacrime per vincere le paure”. E Freud ne avrebbe molto da dire, naturalmente. Tears for Fears, timbri psicologici, Pathos e armonie da riascoltare. Grazie per il suggerimento, Angelo, nessuno sa tutto, importante è avere chi ce lo ricordi….

Fabrizio Ciccarelli

Listen on You Tube: https://www.youtube.com/watch?v=P2e-nnaO36o&list=PL1PBfSEqTSeCsL_H03oYif3PNCUpHbSqK

 

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