dunkirk. il film(domenico maria morace).la colonna sonora(fabrizio ciccarelli)

DUNKIRK

Il film (Domenico Maria Morace). La colonna sonora (Fabrizio Ciccarelli)

Il film: La casa Inghilterra

Ho visto 4 volte questa pellicola. Vedo opinioni diverse, spesso contrastanti; vedo giudizi molto ricchi di contrasti. Dico subito che, secondo me, non siamo al capolavoro assoluto, ma non ci siamo lontani.

 

Diverse scene mi sono rimaste impresse, e certamente i contenuti, pur se non originalissimi in quanto tali, sono esposti certo in una forma molto originale, ermetica, verrebbe da dire in senso letterario. Dialoghi stringati ma ad alto "peso specifico", grandi attori che scolpiscono con intensità il proprio  personaggio e comparse non meno memorabili (il vecchio cieco a fine film che, dando la coperta al soldato,” in fondo siamo solo riusciti a sopravvivere, e hai detto niente!").

E' un film "nudo", senza un milligrammo di retorica, in senso stretto, assoluto. Non direi proprio che i Tedeschi siano becchini che si avventano su impotenti. I soldati sono armati; è vero che sia francesi e inglesi non avevano ancora assaggiato in presa diretta lo strapotere della Wehrmacht, che, proprio in questo primo anno di guerra (ma si potrebbe arrivare ancora fino a El Alamein nell’  Ottobre '42), ha una forza propulsiva terribile(sempre grazie a quel deficiente mentecatto di Clemenceau che a Versailles nel ‘19 ottenne di umiliare e mettere alla fame la Germania, nonostante i borbottii inglesi, le nobili tesi di Wilson e un’ Italia assai mal rappresentata: forse anche con un vecchio Giolitti avremmo evitato il Fascismo: metti un individuo dotato di carisma, pur se ultrareazionario e razzista, che a un popolo 2 volte messo alla fame nera propone e propina sogni di domino quantomeno continentale, ci cascarono quasi tutti. Questo è eccellente nella pellicola. La consapevolezza di aver avuto un primo contatto devastante. Si poteva immaginare che i tedeschi si erano molto riarmati, erano molto carichi ecc. e tutti i pipponi di ipotesi e notizie filtrate, della serie sono brutte bestiacce ma ce la faremo...un cavolo! Ritravolgono i Francesi, i Belgi gli Olandesi e stanno per farsi il boccone più grosso, l'Esercito Inglese. Storia vera, questo mi esalta e mi appassiona, storia vera. Il coraggio di raccontare un crollo . Ma, diciamolo pure, meraviglioso l'arrivo della flotta da diporto, appunto, "La Patria". Il senso del dovere, l’ accoglienza, l’ assistenza,l 'aiuto, il senso di corpo e di sacrificio, che in un momento così nero,splende oltre il nero. Da Dunkirk l'Inghilterra riparte, sola per ora, con prospettive di molte batoste, appunto fino a El Alamein, ma con la certezza che l'ideale del mondo libero deve poter soffocare l'istinto della caverna e della preda. E su tutto e tutti il simbolo dello Spitfire, gli “Angeli Protettori" con un gioiello in mano (e che motore!R olls Royce Merlin).Anche per questo non può mancare fede e fiducia. Temibilissimi gli Stuka e i Messerschmidt, chi lo nega, ma la successiva Battaglia d’ Inghilterra è la consacrazione di una arma che è simbolo, oltre che strumento. Ricordo il vecchio film del 1968 "La Battaglia d’ Inghilterra": a un disgustato Goring risponde un pilota tedesco: come fare per conquistare l'Inghilterra? "Datemi uno Spitfire". A Dunkirk il simbolo diciamo che  entra in scena per la prova generale, e scatena ovazioni. Da inoculare ai giovani. Il miglior sentimento di appartenenza, che dà dignità e spessore a un popolo, non solo ai giovani, in dosi massicce.

Domenico Maria Morace

Regia di Christopher Nolan. Con Fionn Whitehead, Tom Glynn-Carney, Jack Lowden, Harry Styles, Aneurin Barnard, Kenneth Branagh, Cillian Murphy, Mark Rylance, Tom Hardy, Kevin Guthrie, Elliott Tittensor .106 min. - USA, Gran Bretagna, Francia 2017. Warner Bros .

......................................................................................................................................................

Dunkirk: la colonna sonora di Hans Zimmer .

A chi ha memoria della New Wave fra anni '70 ed '80 il nome di Hans Zimmer susciterà ancora un certo interesse, avendo suonato le tastiere come session man in band a quel tempo molto conosciute, quali Ultravox, The Buggles e Krisma. La sua carriera si è presto rivolta alla composizione di colonne sonore per film di grande successo (e anche belli) come “Thelma & Louise”, “A proposito di Henry”,” Rain Man - L'uomo della pioggia”, “Il gladiatore”, “La sottile linea rossa”, “L'ultimo samurai”, ed altri abbastanza discutibili ma veri blockbusters come i 3 “Pirati dei Caraibi”, “Il codice da Vinci”, “Angeli e Demoni”, “Pearl Harbour” e “Sherlock Holmes”. Nella sua carriera ha vinto quattro Grammy Awards, due Golden Globe (su 9 nomination), un classico BRIT Award e un Oscar per “Il re leone” nel 1995.

L’Hans Zimmer che preferiamo è senza dubbio quello delle collaborazioni con il regista Christopher Nolan, eccellente visionario dalla poetica inquieta e innovativa: “Batman Begins”, “Il cavaliere oscuro”, “Il cavaliere oscuro - Il ritorno”,”Inception” ed il recente “Dunkirk”.  

La sua scelta è agire intorno a sonorità non convenzionali  in gran parte elettroniche o campionate. Molto spesso si avvale dell’aiuto di cosiddetti ''additional composer'' o ''assistenti musicali'' spesso non accreditati, alcuni dei quali sono Klaus Badelt, Lorne Balfe, Harry Gregson-Williams e altri che fanno parte della compagnia da lui fondata chiamata ''Remote Control Productions''.

Una curiosità: nel 1998, per la partitura del film “La sottile linea rossa”, Zimmer disse che il regista Terrence Malick voleva avere a disposizione tutta la colonna sonora prima di cominciare le riprese, per cui incise ben sei ore e mezza di musica. Se a deciderlo fu un regista di tale carisma, un motivo ci sarà ben stato… Del resto ricordiamo che la colonna sonora de “Il gladiatore” è una delle più vendute della storia del cinema e che Zimmer, senza dubbio, è uno dei compositori più richiesti a livello mondiale e che il suo stile, caratterizzato da eroici temi d'ottoni su ostinati d'archi accompagnati dai cori e di frequente arricchito da tappeti ritmici incalzanti scanditi da sintetizzatori preparati in modo mirabile, è preso d'esempio da numerosi compositori di nuova generazione come Klaus Badelt, Steve Jablonsky, Ramin Djawadi.

L’incedere sonoro di “Dunkirk” spazia nelle diverse situazioni emotive intuibili per un film di guerra, con la visione del “lector in fabula” (per dirla con Umberto Eco) più che con quella dell’”autore onnisciente” o il piglio superbo dello psicologo d’assalto, dipingendo nuances dal tono intimo e dal disegno colto oppure aggredendo con stemperata rudezza torridi Crescendo  dai toni quasi apocalittici.

Lo stile narrativo di Nolan è ben rappresentato dall’intensa, struggente  “Theme Song” e dalle ampliate ed eleganti variazioni di “The Tide”, “Supermarine” e, soprattutto, dell’ “End Title”, tratte da pentagrammi di Edward Elgar (1857 –1934),"Reale Maestro di Musica" della Corona Inglese dal 1924, la cui Marcia “Pomp and Circumstance”  è stata scelta da Stanley Kubrick per il suo capolavoro “Arancia meccanica del 1971”(nella seconda parte del film, quando il protagonista si trova nella prigione di stato) e che Larry e Andy Wachowski vollero assolutamente inserire in “Matrix” nel  brano di grande successo “Clubbed to Death”, basato in parte sulle “Enigma Variations”.

A pochi giorni dall’uscita della pellicola Hans Zimmer ha rilasciato la playlist che contiene tutti i brani presenti nel film, ora disponibile su Spotify, in download su Itunes , su Apple Music e in tutti i digital store. Evviva, ascoltiamolo.

Fabrizio Ciccarelli

Hans Zimmer, Dunkirk O.S.T., Water Tower Music /Sony Classical 2017

 

1             The Mole

2             We Need Our Army Back            

3             Shivering Soldier             

4             Supermarine    

5             The Tide

6             Regimental Brothers

7             Impulse              

8             Home

9             The Oil 

10           Variation 15 (Dunkirk)

11           End Titles

Music composed by Hans Zimmer. Conducted by Gavin Greenaway and Benjamin Wallifisch. Orchestrations by Bruce L. Fowler, Walt Fowler, Suzette Moriarty, Carl Rydlund, Jeremy Levy and David Kristal. Additional music by Lorne Balfe, Benjamin Wallfisch, Satnam Singh Ramgotra, Andrew Kawczynski, Andy Page, and Steve Mazzaro. Featured musical soloists Nico Abondolo, Tina Guo, Steve Erdody, Ben Powell, Michael Levine, Jon Lewis, Johnny Britt and Chas Smith. Recorded and mixed by Geoff Foster and Alan Meyerson. Edited by Alex Gibson. Album produced by Hans Zimmer and Lorne Balfe.

 

purchase