Claudio giambruno-overseas

Claudio Giambruno, Overseas, Millesuoni-Via Veneto Jazz 2023

Un bell’omaggio all’Hard Bop quello di Claudio Giambruno, un disco sentito e suonato con l’anima piena d’amore per il Jazz a mio avviso più elegante, tanto più che la metà delle composizioni sono a sua firma, una firma davvero definitiva per il suo modo d’intendere le Blue Notes, che del resto conoscevamo da tempo.

Significativa la partecipazione di Andrea Rea al piano, Dario Rosciglione al contrabbasso e Amedeo Ariano, nomi importanti della musica italiana che appaiono in piena forma e ben lieti di condividere col sassofonista tale e tanta passione per quelle forme boppistiche che, ahinoi, sembrano essere state un po’ smarrite di questi tempi nei quali in molti (troppi) si intestardiscono alla ricerca di vie “nuove” che poi, a ben vedere, di nuovo non hanno nulla se non il solito girotondo della clessidra storica tentando d’indovinare la formula giusta per “stupire” gli ascoltatori meno avveduti e meno esperti in campo blue.

Torniamo al disco: bella tracklist innanzitutto (senza una valida sequenza di brani non c’è album che valga), giusta sequenza e alternanza dei ritmi e delle armonie, giusto minutaggio, begli arrangiamenti, interessante distribuzione degli assoli.

Il modo di suonare di Giambruno avvince e coinvolge: si avverte Pathos e cultura, noncuranza per gli effettismi e le saccenterie, equilibrio nel fraseggio, calore nei medio-bassi e morbidezza nei medio alti del sax tenore, come nell’esuberante ariosa Lu’s Bounce di Dan Nimmer (da ascoltare col suo Trio nel magnifico live al Louis Armstrong Jazzfesztivál a Bánk Víziszínpad del 23 giugno 2012!), nella modernità della dinamica swing di Gouvy, negli intensi accenti lirici de ‘Na voce, ‘na chitarra e ‘o poco ‘e luna, immortale bellezza napoletana di Ugo Calise e Carlo Alberto Rossi (non solo per chi ricorda, come i miei coetanei con un giustificato quid di nostalgia, le versioni di Fausto Cigliano e Fred Bongusto), nel sostenuto groove del giro armonico di Sea Muse, nel tenue soul da brividi della splendida You Make Me Feel Brand New di Linda Creed e Thom Bell (da tenere presenti, perché no?, le interpretazioni dei Simply Red con la potente luminosa voce di testa del “Red” Mick Hucknall, il grande successo black anni 70 degli Stylistics ed il gradevole pop di Roberta Flack del 1991 – per inciso: perché non l’ha scritta Burt Bacharach?) e nel fascino sommesso della caliginosa ballad  Pure Imagination.

Non si può lasciar passare questo album senza averlo ascoltato.

Fabrizio Ciccarelli

Claudio Giambruno al sax tenore, Andrea Rea al pianoforte, Dario Rosciglione al contrabbasso e Amedeo Ariano alla batteria.

  1. Lu's Bounce
  2. First Time I Heard Jobim
  3. Gouvy
  4. 04 'Na voce 'na chitarra e 'o poco 'e luna
  5. Sea Muse
  6. You Make Me Feel Brand
  7. Thinkin' Before Swingin'
  8. Ginza Samba
  9. Pure Immagination

# da non mancare:  https://music.youtube.com/watch?v=Bx9L7FHLBxA&list=OLAK5uy_lHkvuZ_8dMh3Eekb91G4KUaFwMoY1eP4s

 

   

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