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Vijay Iyer, Compassion, ECM 2024

Con proprietà di linguaggio jazzistico e con l’usuale padronanza espressiva torna il pianista a dar lustro alle ultime produzioni dell’etichetta bavarese, immaginiamo per la soddisfazione del patron Manfred Eicher che da decenni indirizza il flusso musicale dei suoi adepti verso fermentazioni intimistiche e un senso di vorace visionarietà, come in questo album stilisticamente impeccabile per un Trio disposto a variegare le molteplici emozioni in improvvisazioni intense e nella ricerca di melodie toccanti, sappiamo dedicate alle vittime del COVID.

Quel periodo fu momento che per Iyer rappresentò una consistente crescita umana e musicale, là dove i drammi della Storia sanno preludere appunto ad una Compassione (da cui il titolo) nella quale l’Arte sa, meglio d’ogni umana espressione, dire e creare quell’ entropia che dovrebbe regolare i rapporti in questo benedetto pianeta.

Fra tutte le frazioni emotive dell’album, spesso incalzanti pur sempre liriche, non ascoltiamo alcuna banalità, semmai un interplay fluente fra i tre strumentisti, attenti a toccare con originalità energie di partiture originali e movimenti raffinati dei classici, come nell’inattesa magnifica rilettura di Overjoyed di Stevie Wonder, pensiero contingente e indicatore temporale di quel che si spera “nuovo secolo”.

In egual misura Iyer evoca nel silenzioso Incipit di Compassion, verticale tensione scodata dal raffinato pianismo dell’artista americano, ottimo compositore dedito alla multicultura, ondivago intellettuale disposto più che al dialogo all’estroversione fisica delle proprie impressioni, dei propri turbamenti e delle proprie suggestioni jazzistiche, non di rado ipnotiche e turbate (Maelstrom e Tempest) ma sempre dettate da un tuffo al cuore delicato e di trepido turbamento (Prelude: Orison). Poiché la Compassione la si prova percependo l’Empatia che lega chi ascolta all’Auctor, la desinenza affettiva ed il tentativo dell’eliminazione dell’affanno a “sentir fortune e sfortune di fatti e di persone straniere” (Gorgia di Leontini, filosofo siceliota del V secolo).      

Fabrizio Ciccarelli

Vijay Iyer: Pianoforte

Linda May Han Oh: Contrabbasso

Tyshawn Sorey: Batteria

Prelude: Orison

Tempest

Arch

Maelstrom

Panegyric

Nonaah (Roscoe Mitchell)

Ghostrumental

Where I Am

It Goes

Overjoyed (Stevie Wonder)

Free Spirits (John Stubblefield)

Compassion

# in ascolto su https://open.spotify.com/intl-it/album/6KjStP02djmIgt35hkzUcz

 

 

 

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