Oded Tzur, My prophet, ECM 2024
La forza espressiva del sassofonista israeliano, creativo e abilissimo improvvisatore, simbiotico nell’espressività con i partners della band, è propria di un musicista di matrice classica e soprattutto improntata alle molteplici varianti del Suono Indiano, letture direi spiritualistiche, composte da un’astrazione che sembra abbracciare l’ascoltatore attraverso circuiti ritmici riflessivi, circospetti, sommessi ed intimi.
L’album scioglie le melodie jazzistiche in un segno distopico improntato alle Lune di un misticismo che asseconda le pulsioni comunicative dei suoi anomali intrecci narrativi puntati sul timbro graffiante (Renata), sui toni liberi e solitari, fantasmi dell’astratta immaginazione di una ritmica raffinata e sempre à la page con i colori mutevoli e frastagliati delle sue mobili spirali (Child You e My Prophet), voce lirica di un muoversi liquido articolato e ampliato dal lato emotivo nella limpida scioltezza di Last bike ride in Paris.
Un album denso di forte identità, tanto di storie ciane e umbratili che di attimi luminosi descrittivi e prorompenti: un unico respiro che fonde momenti e volumi di schietta emozione.
Fabrizio Ciccarelli
Oded Tzur, Tenor Saxophone; Nitai Hershkovits, Piano; Petros Klampanis, Double Bass; Cyrano Almeida, Drums