David Gilmour, Luck and Strange, Sony Music 2024
Accolto con molto calore dalla critica e dagli appassionati del chitarrista inglese, il nuovo album di David Gilmour appare come una lunga riflessione sull’età avanzata (i testi parlano chiaro) ma con l’entusiasmo di un artista che della musica moderna ha fatto il suo credo esistenziale, dall’era Pink Floyd alle sei incisioni a proprio nome. Non aspettiamoci grandi novità, Gilmour è sempre lui col suo stile magnetico e astrale, sempre concentrato sul suono della sei corde che decide di usare, Fender Black Cat o Gibson ES-335, tanto in ogni caso sa comunque farne uscire il meglio, e questo lo sappiamo bene: arrangiamenti accurati, melodie traslucide tendenti all’intimismo, effetti elettronici mai debordanti, buon gusto nell’interpretazione vocale e scrittura lineare e ben calibrata sui pentagrammi, ottimi collaboratori che sceglie in base a quanto sanno percorrere le medesime vie armoniche. I soli sono puliti, nitidi, psichedelici quanto la sua attuale estetica richiede, certamente meno aspra, lisergica e coinvolgente dell’era Pink, pur se i rimandi a quelle sonorità non mancano mai nelle produzioni a proprio nome, e con un’evidente nostalgia per il mondo visionario dell’amico Syd Barrett, mente straordinaria anche se bruciata dall’LSD, dal quale apprese (diciamola tutta) uno stile chitarristico distinto da tecniche sperimentali acide, dissonanti, oblique, distorte, addolcite con abilità dall’artista di Cambridge, come s’intuisce in questa performance densa di energie crepuscolari adeguate alla riflessione sulla memoria.
Gilmour soddisfazioni ne ha avute tante, nulla di strano se ora intenda far le cose per conto suo e a modo suo suonando brani più vicini al suo disincanto (lecito) da quasi ottantenne. E, di questo, ci si può anche sorprendere, visto che la vitalità sinaptica certamente non gli manca, né il buon gusto di pubblicare solo quando ha qualcosa da proporre senza spazi riempitivi né il saggio disinteressarsi a vicende pecuniarie, visti i tanti rifiuti a sottoscrivere contratti discografici che l’avrebbero costretto ad incidere secondo i desideri delle Label (certo, quanto accumulato in 50 anni di carriera, cifra enorme, aiuta; ma abbiamo ottimi esempi di quanto a non pochi musicisti i soldi non bastino mai: comunque merito a Gilmour per la scelta!).
Tralasciamo le ovvietà sui déjà vu, sottolineando l’intimismo coltivato negli anni della Pandemia, l’asciutto spiritualismo ed i solari Crescendo con i quali spesso vengono conclusi i brani, le raffinate incursioni nel Celtico, nel Folk, nel Blues, nell’Ispanico e nel Progressive, il magnifico suono delle sue chitarre, i testi scritti dalla compagna Polly Samson, il contributo eccellente di partners quali Richard Wright (il tastierista dei Pink scomparso nel 2007 è nella Jam Session che dà il titolo all’album, registrata, incredibile a dirsi, nel fienile della casa di Gilmour), l’eccellente batterista Steve Gadd ed il mistico tastierista Roger Eno (fratello minore del genio a nome Brian).
Chi ci legge sa che detestiamo gli elenchi, dunque ci limiteremo ad indicare brevemente quelli che sentiamo come brani più inebrianti: l’intensa atmosfera della ballad LUCK AND STRANGE , la tesa profondità di BETWEEN TWO POINTS, l’aspro sinfonico pinkfloydiano di DARK AND VELVET NIGHTS ed il lirico flippato SCATTERED.
Capitolo finale di una grande carriera? Francamente non credo, e nemmeno lo spero.
Fabrizio Ciccarelli
David Gilmour – chitarra, piano, voce, cori, ukulele, basso Höfner, organo Farfisa, tastiere, organo Hammond, basso, piano Leslie
Richard Wright – piano elettrico, organo Hammond
Romany Gilmour – voce, cori, arpa
Gabriel Gilmour – cori
Rob Gentry – tastiere, pianoforte, organo
Roger Eno – pianoforte
Guy Pratt – basso
Adam Betts – percussioni, batteria
Steve DiStanislao – batteria
Steve Gadd – batteria, percussioni
Tom Herbert – basso
Edmund Aldhous – organo, direttore orchestra Ely Cathedral
Ely Cathedral Choir – cori
Angel Studios Choir - cori
Angel Studios Orchestra
Black Cat – 1:16
Luck and Strange – 6:54
The Piper's Call – 5:15
A Single Spark – 6:02
Vita Brevis – 0:46
Between Two Points (feat. Romany Gilmour) – 5:46
Dark and Velvet Nights – 4:41
Sings – 5:15
Scattered – 7:26
Tracce bonus
Yes, I Have Ghosts (feat. Romany Gilmour) – 3:50
Luck And Strange (Original Barn Jam) – 13:59
BD
Black Cat – 1:16
Luck and Strange – 6:54
The Piper's Call – 5:15
A Single Spark – 6:02
Vita Brevis – 0:46
Between Two Points (feat. Romany Gilmour) – 5:46
Dark and Velvet Nights – 4:41
Sings – 5:15
Scattered – 7:26
Yes, I Have Ghosts (feat. Romany Gilmour) – 3:50
Luck And Strange (Original Barn Jam) – 13:59
A Single Spark (Orchestral) – 5:49
Scattered (Orchestral) – 7:36
# da vedere ed ascoltare il “Tour Rehersal”, bel video con la figlia Romany all’arpa ed alla voce, con un ricordo di “Breathe”, “Time” e “Dark and Velvet Nights”:
https://www.youtube.com/watch?v=iHLB1YRdmTs (YouTube in versione pc ha meno pubblicità di quella per Smart TV)
# l’intero album: https://www.youtube.com/watch?v=833AEIQW1G4&list=PLiN-7mukU_RGnHTPJ7G1jGV-iZI70XuMy