Roberto Magris Europlane For Jazz, Freedom is Peace, Jmood 2024
Se avete intenzione di ascoltare un bel disco di Hard Bop, tenendo presente che la definizione di genere in questo caso è quanto mai incompleta, allora non c’è dubbio perché torna Roberto Magris con una band di assoluto valore a muovere le nostre emozioni con questo album che, a dirla proprio semplice, entusiasma e fa sobbalzare fin dalle prime note. E non esagero.
Con altrettanta franchezza ricorderò ai lettori che considero il pianista triestino un musicista di grande valore, un artista dalle non comuni doti in grado di organizzare formazioni stupefacenti e di dar vita a pentagrammi ed arrangiamenti che rendono onore alle Blue Notes internazionali, come ben sanno i più competenti attori discografici d’Oltreoceano, dove Magris riscuote stima e incarichi di prestigio (è direttore della Label JMood di Kansas City, scusate se è poco).
Magris ha inciso 40 album e vi assicuro che non ha alcuna intenzione di smettere o riposare sugli allori, visto che, e mi tengo stretto, negli ultimi 15 album non ha pronunciato una sola nota inutile o scelto brani così così. Già, perché il punto cruciale è sempre questo: o si suonano pezzi di un certo spessore o si finisce per annoiare. Fatto che purtroppo accade molto spesso nelle attuali registrazioni, e tutti dovremmo essere a conoscenza di come vanno le cose nell’ambito compositivo, quando si preme eccessivamente per incidere a tutti i costi composizioni “originali” anche nel caso di musicisti non del tutto preparati, soprattutto culturalmente.
Altro punto a favore del Nostro: lui non mostra mai saccenza o desiderio di mostrarsi quale capobanda, la sua anima jazz non contempla narcisismi, suona quando è giusto “prender voce”, non ama sarabande onanistiche, caso mai valorizza i solisti che sceglie perché Jazz è saper condividere, interagire, dar spazio, soprattutto se si è band leader.
Il “Roberto Magris Europlane For Jazz” è una formazione eterogenea per nazionalità, ma questo non si avverte poiché le Blue Notes hanno la capacità di unire chiunque se si condivide l’intenzione alla base della performance, quella Libertà che si sostanzia nella Pace, essenza che dovrebbe essere sempre in ogni uomo (e tutti sappiamo che non è così, purtroppo): giusto e condivisibile che il pianista lo ricordi da uomo sensibile di salde convinzioni. Lo affermo con assoluta certezza in virtù di conversazioni sia scritte che orali…
Tali riflessioni hanno trovato profondità durante il Lockdown, come afferma Magris in una recente intervista, asserendo come «Alla fine della pandemia, con gli effetti aggravanti della guerra, dovevamo metterci al servizio di un futuro più prospero per le arti, la musica, il jazz, la pace, l’amore e, in generale, creare lo spirito adatto per un futuro migliore» [cit. doppiojazz.it, articolo di Francesco Cataldo Verrina].
In questo Live non ci sono pause: il livello dei brani è tanto alto quanto corso ininterrotto di calda solarità mai sopra le righe, efficace dal lato inventivo come in FREEDOM IS PEACE, segmento pastoso negli arrangiamenti, dinamico nella rimica e nei fluidi soli dei fiati di tono contemporary, nelle intense coloriture di THE ISLAND OF NOWHERE (plauso indiscusso per il linguaggio improvvisativo di Florian Bramböck al sax baritono, Tony Lakatos al sax tenore, Lukáš Oravec alla tromba, quando il pianismo del Nostro si interseca con vigore con il dinamismo di Rudi Engel al basso e Gašper Bertoncelj alla batteria), nel costrutto lirico di LAVERNE adagiato nel crepuscolo del sax soprano (non me ne vogliano gli artisti, ma quando a prendere il baricentro sono il soprano ed il flicorno personalmente credo ci sia un’ascesa verticale pari solo a quella del pianoforte), nella suggestiva meditazione Bossa e dintorni di WHEN YOU TOUCH ME e nell’ascendente Bop dinoccolato di HIP! FOR THE CONFERENCE.
Posto il Modale di McCoy Tyner, chissà perché mi viene in mente il “water under the bridge some of the old song” tra Humphrey Bogart ed Ingrid Bergman in uno dei più bei film della storia del cinema, “Casablanca”: As time goes by… Play it again Sam…
E dato che nulla è mai casuale: Play it again Roberto!
Fabrizio Ciccarelli
ROBERTO MAGRIS - piano
TONY LAKATOS - tenor and soprano sax
FLORIAN BRAMBÖCK - alto and baritone sax
LUKÁŠ ORAVEC - trumpet and fluegelhorn
RUDI ENGEL - bass
GAŠPER BERTONCELJ – drums
- FREEDOM IS PEACE (Magris) 8:52
- THE ISLAND OF NOWHERE (Magris) 6:56
- MALAY TONE POEM (Galeta) 9:17
- LAVERNE (Hill) 9:15
- SOMETHING TO SAVE FROM EU (YOU) (Magris) 12:18
- WHEN YOU TOUCH ME (Sharabi) 12:45
- LOOSE FIT (Magris) 7:02
- HIP! FOR THE CONFERENCE (Magris) 9:09
# da ascoltare la title track: https://www.youtube.com/watch?v=Gu9Ew5FUio8
# The Island of nowhere https://www.youtube.com/watch?v=gwOnAs3sYvU
# Laverne https://www.youtube.com/watch?v=haKB6jzIKtw
… in attesa che il disco venga posto sulle maggiori piattaforme