Warren Ellis, Il chewingum di Nina Simone, La Biblioteca di Ulisse, 2024
La Porta della Luna in una gomma da masticare
Scrivere di Nina Simone non è mai scrivere veramente “su” Nina Simone. Per farlo davvero occorrerebbe “Essere” Nina Simone, data la complessità del suo carattere e delle sue attese nei confronti del mondo, sia da musicista che da attivista per i diritti umani, donna nera negli States della falsa uguaglianza.
Suona chiara l’immagine in copertina: il pugno alzato e il volto deciso, stesso effetto che suscita “Strange Fruit” di Billie Holiday, una delle prime espressioni del movimento per i diritti civili contro i linciaggi dei neri nel Sud degli States ad opera dei mostri suprematisti del Ku Klux Klan di cui Mr. President Trump non molto tempo fa ebbe a dire “ci sono tante persone per bene tra loro”. C’è da commentare?
Il violinista Warren Ellis, personaggio al di fuori degli schemi e del collezionismo concertistico, noto per le colonne sonore de “L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford” di Andrew Dominik, “The Road” di John Hillcoat e “I segreti di Wind River” di Taylor Sheridan, rimase molto colpito dall’incontro con Nina e, legato ai ricordi del Live con l’amico cantautore e scrittore Nick Cave, sembra trasfigurare il fantasma gentile della vocalist in uno specchio emotivo che rievoca quanto accaduto nel corso della performance cui partecipò nel primo luglio 1999 quando, al Meltdown Festival, lei volle dedicare il massimo di quel che aveva da dare ad un pubblico con le lacrime agli occhi, tanto era in grado di suscitare commozione e vivo turbamento in coloro che sotto il palco riuscivano a guardarla negli occhi, come testimoniano numerosi articoli delle più affidabili riviste musicali e testate giornalistiche americane.
Lei era “la provocatrice sempre pronta a correre dei rischi che ci aveva insegnato tutto ciò che ci serviva sapere sulla disobbedienza artistica”. Chiamato nel suo camerino Ellis, di fronte alla triste leonessa, era felice di “entrare nella sua orbita, sapendo che la vita sarebbe stata segnata da quel momento”. Aggiunge Nick Cave nella presentazione del libro, “feroce e maestosa Nina camminava lentamente, dolorante, e vidi il viso di Warren sbigottito e ardente come fosse in un sogno”. Non se può dubitare, avvertito il Pathos col quale lo strumentista australiano lascia andare le proprie emozioni tra le righe di questo Corso della Memoria.
“Avevamo assistito a qualcosa di monumentale, a un miracolo” scrive Ellis di un’anima maltrattata dalla vita, una voce profonda, sensuale e sabbiosa destinata ad una vita diversa e antispettacolare tanto quanto il chewingum appiccicato sotto il suo pianoforte, segno dell’abbandono dall’Eunice Kathleen Waymon da cui era nata, per perdersi nel Blues, nel Gospel, nel Soul e nelle Blue Notes più personali e impulsive.
Il titolo del libro potrà apparire curioso, quasi minimalista di fronte alla grandezza artistica di Nina, ma davvero parte tutto da lì: un Chewingum che Ellis fece diventare monile d‘argento, memoria di se stesso e simbolo di una Storia conservata in un sacchetto giallo conservato e poi donato alla Biblioteca di Danimarca: un amore assoluto per la cura dell’oggetto avvertito come qualcosa di mistico per sopravvivere, magicamente, alle pagine del Tempo.
Gli oggetti possono diventare gingilli da compulsivi del collezionismo o da esaltati feticisti, è vero. Ma in qualche caso escono da qualunque parafilia per divenire Soggetti Animati non per detrimento o compulsione ma per profonda empatia con un’esistenza presa a schiaffi da una società balorda, razzista e ottusa, come del resto è oggi, né più né meno di come Nina l’ avvertiva quale elemento inanimato della Massima Ingiustizia.
Warren Ellis racconta di sé in modo spesso toccante attraverso il rifiuto della controfigura letteraria, vedendo ancora il trascendente di una sera nella quale avvertì definitivamente il Climax ascendente di una spiritualità che avrebbe fatto per sempre parte della sua vita.
Forse come Nina, che non rinunciò mai ad immaginarsi diversa in un mondo diverso una volta entrata nella sua Porta Della Luna, dimenticando quel senso dell’abbandono che in verità lei stessa sapeva davvero impossibile, quattro anni prima del suo volo definitivo.
Fabrizio Ciccarelli
Warren Ellis, Il chewingum di Nina Simone, La Nave di Teseo, La Biblioteca di Ulisse, pp.240, 19 euro
# da ascoltare la selezione di YT: https://www.youtube.com/watch?v=BNMKGYiJpvg&list=RDEMnsaONZZ-LNB1Q4ED8ENRiw&start_radio=1
# da non mancare il Live della serie JAZZ ICONS in Olanda 1965 e Inghilterra 1968: https://www.youtube.com/watch?v=ZxkMb-tp3Bk