gerry mulligan-nocturne

Gerry Mulligan, Nocturne, Red Records 2025

Del baritonista americano in Italia spesso ci si ricorda ancora per l’aspetto à la page: capelli lunghi, barba fluente e abbigliamento casual, però non di rado dinoccolato nelle sue mise  eleganti in smoking, poco gradite specie al pubblico giovanile che, in quegli anni 70-80, individuava qualcosa di troppo borghese e dunque da contestare. Però è certo è che ciò che suonava catturava anche gli spettatori da poco maggiorenni ed i suoi dischi, specie quelli con Chet Baker, andavano a ruba per l’intensità delle interpretazioni e la precisione della cifra stilistica, post bop, cool con quel tanto di West Coast particolarmente gradito sia ai più eruditi che ai novizi, tanto che i suoi concerti erano quasi sempre sold out nonostante il suo sound non fosse particolarmente nuovo, semmai legato a scelte piuttosto maistream.

Ognuno ricorda le blue notes soffiate, inclini al lirismo, la morbidezza degli assoli, quell’hard bop sempre aperto ai maestri del passato, come dimostrano le bellissime incisioni con Stan Getz, Coleman Hawkins, Paul Desmond e Ben Webster, naturalmente considerando un capitolo a parte quelle con Chet, punto fermo del jazz moderno. Del resto la sua storia iniziò con il melodico ispirato da Lester Young, con i live con Billie Holiday (pressoché l’unico bianco a suonare per lei), con Count Basie e Dave Brubeck, per poi evolversi culturalmente con Astor Piazzolla, Charlie Mingus e Miles Davis: una crescita esponenziale delle risorse intellettuali, grazie anche alle partecipazioni alle evolute orchestre di Stan Kenton e Gil Evans. In ogni caso le sue serate italiane meriterebbero un discorso a parte, non fosse altro per l’accoglienza che il pubblico gli riservò, come dimostra questo concerto bolognese del 2 aprile 1992, nel pieno della sua maturità come musicista, assieme a strumentisti che seppero ben cogliere la sua idea di groove rilassato e allo stesso tempo intenso, sfumato in coloriture crepuscolari (forse quelle più a lui connaturate) ed in esattissimi controlli dei centri tonali e delle armonie.

Notazioni tecniche a parte (che lasciano sempre sostanzialmente indifferenti e che alla fine annoiano), la spontaneità apparve la sua prima caratteristica, la sua dote innata, il suo vero talento da performer magnetico, come ben sa chi ha avuto la fortuna di esser presente alle esibizioni dal vivo. Personalmente non ho difficoltà ad affermare che ogni volta resto ancora attonito di fronte alle vibrazioni di quel baritono, qualunque stilema proponga, anche perché molti suoi brani offrono idee sempre nuove, impossibili ad essere incasellate in una mera categoria, ogni volta diverse e ricche di spunti di riflessione, e di emozione, soprattutto, come accade solo per quelli che hanno un passo in più.

Le proposte della serata felsinea furono omogenee al suo gusto ed alle sue passioni: tutte sue composizioni, fatta eccezione per MY FUNNY VALENTINE e TAKE THE A TRAIN, due evergreen molto frequentate da parecchi jazzisti è vero, ma rivissute a nuova luce, reinterpretate con candore e senza astuzie, arrangiate con gran garbo ed eseguite in modo lineare, non sofisticato e quasi “vocale”, anche grazie al contributo del piano di Harold Danko, dell’ottimo swing di Dean Johnson al contrabbasso (che bravo!) e dell’incisivo drumming di Ron Vincent, come nella fluente THE FLIYNG SCOTSMAN, nella leggendaria LINE FOR LYONS  e nella Bossa di A GIFT FOR DIZZY, omaggio al grande Gillespie.

Un’altra perla della Label RED RECORDS, una serata da incorniciare, entusiasmante per gli appassionati di questo jazz mai gratuitamente al di fuori degli schemi ed elegante senza esser eccessivamente raffinato. Performance preziosa, rara, composta nel modus, non c’è dubbio.     

Fabrizio Ciccarelli

Gerry Mulligan-sax baritono

Harold Danko-piano

Dean Johnson-contrabbasso

Ron Vincent- batteria

A1             The Flying Scotsman

A2             Lonesome Boulevard

A3             Curtains

B1             Line For Lyons

B2             My Funny Valentine

B3             A Gift For Dizzy

C1             Take The 'A' Train

C2             Out Back Of The Barn

C3             Midas Lives

D1             Song For Strayhorn

D2             Sun On Stairs

D3             Walkin' Shoes

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