Donatello D'Attoma,Shemà

DONATELLO D'ATTOMA, Shemà, Alfa Music, 2016

Si chiudono gli occhi, si fissa il buio e si ascolta. Pensiamo che “Shemà” di Donatello D’Attoma sia un album nel quale l’artista non intenda tanto raggiungere vette inesplorate quanto piuttosto meditare sul proprio vissuto di uomo e di pianista, portando nelle digressioni musicali le difformi dimensioni  della propria esperienza, là dove la coscienza prevale sullo stato fisico (anche del suono) ed in cui si entra in comunione con l’essenza  più profonda dell’Io, il Ricordo.

 

Il Nostro “legge” la propria Luce e così legge se stesso, attraversando i pentagrammi che percepisce soprattutto nelle melodie che li designano, secondo un “udire interno” secondo il quale dar vita ad Armonie dell’anima che vibrano nella filosofia inquieta di Charles Mingus, dell’Underdog  rabbioso e lirico di cui la performance accoglie le idee più segrete e geniali.

Questa Luce è nelle personali esplorazioni dei brani originali, definiti da una ricerca istintiva tanto nei ritmi, nei colori Blues e nelle alchimie tardo ottocentesche e novecentiste,  quanto nelle pulsioni d’avanguardia da Dollar Brand a Paul Bley, ironiche e dissonanti (“Scherzo”), fluenti e crepuscolari (“Ouverture”), intime e luminose nel magnifico nome di Bill Evans, come in quella “Shemà” che sembra orientare tutto il senso del Ricordo sia nell’Elegia sia nel Sé di chi disegna i propri battiti negli arrangiamenti del Meraviglioso  mingusiano (“Freedom “ e “Weird Nightmare”) con le ottave smaglianti del canto fine e privato di Daniela Spalletta, che in “Open Heart” vibra con sinuosa e  sensuale originalità cantautoriale dando vita ad una proporzione armonica di assoluta bellezza.

Il dialogo tra la vocalist ed il pianista stupisce e attrae nel flusso “semplice e naturale” delle alchimie oniriche e plastiche dei serrati sussulti di “Goodbye Pork Pie Hat” e del respiro futurista di “Via Turner,27” : un interplay di attenzioni creative dentro e fuori la Musica in nome di una simbiosi ordinata e ispirata alle pagine jazzistiche più raffinate ed intense.

Un magnifico Contemporaneo, del quale vorremmo ascoltare altre intuizioni, altri Ricordi del Futuro.

Fabrizio Ciccarelli         

Donatello D’Attoma, piano

Daniela Spalletta, vocal ( 2, 5, 8, 10)

Stefano Quarta, electronics (10)

1) Freedom (Mingus)

2) Weird Nightmare (Mingus)

3) Scherzo (D’Attoma)

4) Ouverture (D’Attoma)

5) Goodbye Pork Pie Hat (Mingus)-Jammin’  the Genius(D’Attoma,D.Spalletta)

6) Portrait ( Mingus)

7) Shema’ (D’Attoma)

8) Open Heart (Spalletta)

9) Farewell, Farewell (Mingus)

10) Via Turner, 27 (D’Attoma, Spalletta)

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