Nico Morelli, Unfolkettable Two

NICO MORELLI

Unfolkettable Two

Cristal Records, 2016

Certo che la Musa che ha inventato il Jazz di armonie e cromie ne aveva tante in mente… S’è tanto parlato di un Jazz nato vicino alle sponde del Nilo, d’uno sorto fra i Tuareg, d’uno originato sulle sponde atlantiche dell’Africa o nel Mediterraneo Maghrebino oppure in Medio Oriente. A dire il vero, il mistero rimane.

Ecco, invece noi pensiamo che il Jazz sia nato un po’ ovunque, con molti padri ed un’unica madre (la Musa, ovvero la Musica) disponibile ad incontrare i respiri più intensi e misteriosi delle Terre di questa parte dell’Universo che si chiamò Nebulosa, Archeano e Pangea,  lasciando poi a Sud l’immensa massa della Gondwana, ove probabilmente s’è incontrata la moltitudine d’idee del Musical Melting Pot: e in questa macroregione (ma vai a saperlo con certezza…) qualcuno prese a cuore i mélanges delle scale musicali vorticandoli nelle molteplici magie locali.

 

Tanto accade nel Contemporary Jazz del pianista pugliese, nelle idee del quale decidiamo di osservare, con Speculum critico, l’incontro fra la trasmutazione necessaria dei riferimenti Folk e l’intelligente mancanza di punti di riferimento statuari e statutari, nella convinzione che, giustamente,  Jazz è Tutto, e ovviamente anche Taranta e Pizzica nelle complesse suggestioni di Ravel (“Danza nella nebbia”) e nel Jarrett in Forma Carnascialesca secondo l’interpretazione di Michail Bachtin su Rabelais (“ L'opera di Rabelais e la cultura popolare. Riso, carnevale e festa nella tradizione medievale e rinascimentale”, Einaudi, 1979) come nel candido luciferino di “Tarantella del Gargano” o nella vibrante sintesi in Blue Notes pugliesi di “Sta strada” (ottimo il solismo hard bop del sax di Raffaele Casarano) o nella tradizionale “Lu rusciu de lu mare”, impreziosita dal battito mediterraneo delle percussioni di Vito De Lorenzi, evocanti la meravigliosa pienezza espressiva del Darabouka, e dal pianismo lirico di Nico Morelli a lettura dialogica con le piene Voci di Passione di Davide Berardi e Barbara Eramo per un arabeggiante canto gallipolino sull’amore impossibile paragonato al conflitto tra Turchi e Spagnoli, storici invasori della terra salentina.

Nulla di esotico in questo secondo capitolo della ricerca di Morelli (il primo è “UnFOLKettable – Pizzica & Jazz Project”,  2006), avvolta nelle provvisorietà barocche e in un sincretico simbolismo da “prestigiatore del piano” quale fu Ahmad Jamal (“Silicium”) come nei colori sudamericani istrionici e travolgenti di Pat Metheny con Lyle Mays e Pedro Aznar, figurando Sogni e Sentimenti di natura intimista (“All’acqua”) quali quadri emotivi disegnati in attenti fraseggi attenti , a tratti sussurrati in una World Music eterea e visionaria, elegante e  leggera nei riflessi naturali e nei tratti esistenziali dell’Immaginazione.

Fabrizio Ciccarelli

Nico Morelli: pianoforte e tastiere; composizioni, arrangiamento, testi (eccetto 2,4,7,8, tradizionali)- Barbara Eramo: voce - Davide Berardi: voce, chitarra - Raffaele Casarano: sax soprano - Camillo Pace: contrabbasso - Mimmo Campanale: batteria - Vito De Lorenzi: percussioni – Direzione artistica dell’etnomusicologa Flavia Gervasi.

  1. Tarantella Del Gargano, 02. Lu Rusciu De Lu Mare, 03. Espi, 04. Sta Strada, 05. Silicium, 06. Pizzica Fattincasa, 07. Bella Ci Dormi, 08. All’Acqua, 09. Un Buon Inizio, 10. Danza Della Nebbia
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