Israel Varela
Invocations
AlfaMusic 2015
Abbiamo avuto modo di apprezzare il lirismo e la spontaneità creativa di Israel Varela più di due anni fa in occasione del suo spirituale “Zamar”, cogliendo nelle soluzioni sonore immagini intense ed indicazioni formali proprie di un jazz più che moderno, contemporaneo (Cfr. http://www.4arts.it/2013/10/24/israel-varela-trio-il-racconto-del-tibet-musica).
Ancor oggi sorprende quel suo udire onirico, quel suo voler cogliere le dissolvenze di canoni standardizzati in pulsioni ritmiche immaginifiche, richiamate dall’interpolazione di una sintassi vocale fluida e sottile con una ricchezza armonica garbatamente attratta dal contrappunto classico e dalle ibridazioni della Fusion di Pat Metheny, dimensione che oggi troviamo decisamente più matura, legata alla modulazione di un autografo canto Blue come mezzo per una sintesi mistica ispirata ad un’emozione comunicativa che possa vagare all’interno dell’individuo e stabilire un segreto accordo con un mondo interiore profondamente trascendente (“Kairos”, “Revelation”, “Heal”).
Riteniamo che Varela intenda stabilire, con le sue note in punta d’ugola e con le sue percussioni avvolgenti, un legame indissolubile tra la scena alternativa delle Blue Notes newyorkesi e le infinite alchimie world di un’evoluzione spirituale sintetizzata nella metafisica del lemma “Invocations”.
Nel contesto di un jazz “recitativo” e post Cool l’easy moving dell’Essenza in Trio trova magnifica cadenza elegiaca in “Cuando”, hommage alla luminosa e bellissima song di Pino Daniele, tradotta in tenue testo letterario ermetico ed in “vulgata” melodica pallida e lunare negli equilibri romantici di Rita Marcotulli, correttamente “toccati” alla luce di una forma-canzone sommessa, turbata, delicata.
Esiste nell’album un misterioso equilibrio della transizione strumentale fra vocalità e pragmatismo timbrico del drumming, esito quasi mai raggiungibile, e nel quale il percussionista messicano appare poeta davvero originale, come nella soluzione del respiro crepuscolare nel refrain etno e progressive dell’Intro “Invocations”, che sembra spingere chi ascolta ad altre grafie, a linee jazzistiche “altre”, ad altre cadenze traducibili se non nel linguaggio arcano e sfuggente del naturale corso del sentimento.
Fabrizio Ciccarelli
1)Invocation 2)Kairos 3)Children of Light 4)Revelation 5)Heal 6)Awake 7)Everything is not 8)Cuando (All composed by Israel Varela except 7 by Rita Marcotulli and 8 by Pino Daniele)
ISRAEL VARELA drums, vocals, claps, cajon, minimoog
ANGELO TRABUCCO piano
ALFREDO PAIXAO bass
PAOLA REPELE back vocals
Karen Lugo flamenco dance, jaleos
Special guest: RITA MARCOTULLI piano
Production supervision: Fabrizio Salvatore