bobby soul & blind bonobos, dodici lanterne

Bobby Soul & Blind Bonobos

Dodici Lanterne

CNI Compagnia Nuove Indye, Edizioni Look Studio srl, 2017

Punto e virgola, due punti e punto esclamativo. Questione di punteggiatura musicale. Questione di punteggiatura letteraria. La punteggiatura (come sa chi scrive e chi suona) è un’arte difficile che, quando riesce, equilibra l’essenza d’ogni testo.

 

E quei tre segni, fateci caso, sono la cassa d’espansione della Questione posta fra Storie e Personaggi: Corsi e Ricorsi nelle carte traslucide (ma non troppo) del Soulman, Bluesman, Funkman Bobby Soul, ironico esistenzialista canta-crooner che scorrazza senza alcuno scoramento nelle vicende immaginarie (ma non troppo) di quel Cielo d’Italia accarezzato dai Venti della Creatività nella distanza che egli (e certa tradizione) opina fra le Dodici Lanterne che congiungono la sua Genova con il faro di Civitavecchia.

Faro di partenze, faro di luci notturne, faro di carte da raccontare, faro di carte d’imbarco sotto il quale narrare di un Osho (Osho Rajneesh, oggi solo Osho, il  mistico maestro indiano oggi divenuto soggetto irreale di aforismi ridanciani, ma non troppo) che “bazzica il mondo del Liscio, predica il mondo a rovescio, che guarda un po’ di sghimbescio la casa di riposo di Uscio”, di “una borsa doppiomanico di pitone lì dove tengo il tamburello e nella trousse i trucchi del mestiere”, di una “torre di controllo, controllo della privacy, controllo delle allerte e di quello che accadrà”, di un amore allo stato brado (ma non troppo) con una Vera ( “Vera un bel nome per una donna immaginaria, con una che si chiama Vera puoi pensare all’Infinito”), di un dialogo sconclusionato (ma non troppo) con La signora Giusy, una che “un tempo cantava Fiorin Fiorello” e che ora ”una mano smaltata, l’altra niente”, espone “la sua teoria sulla politica internazionale, dispiaciuta che Trump avesse vinto” quando “un giorno un pullman di comunisti si fermò a Borgomanero: cantavano Bandiera Rossa e lei si era unita a loro; pensava fosse peccato…ma no nessun peccato” e giusto “cantare tutti in coro Avanti Popolo alla riscossa! Avanti Giusy alla riscossa!”

Tradotti in Black Music, Bobby viaggia e ne incontra tanti di tipi strani (ma non troppo), come lo Zero, “mendicante pieno di bisogni nella strada sotto una luna piena”, proprio sotto “quella stessa stella che pendeva lì quando ho avuto amore sulla sabbia, sugli scalini di quel vicolo dove blu la luce…nel silenzio il vento che sferzava è diventato brezza”.   

Se da una parte non c’è mai un’anima in pace, dall’altra il preciso progetto compositivo del Nostro ricerca timbriche dalle sfumature non senza colpi di scena, elaborazioni cromatiche di esatta e mossa dinamica, voci-guida che sostengono lo sviluppo narrativo attraverso belle sfumature di Nero accattivanti e di buon gusto, percettibili nelle onde propiziatorie dei bravi Blind Bonobos, nel sapore franco nelle evoluzioni strumentali e nelle trame cromatiche omogenee e originali.  

Il caldo Funk dal cuore Blues è nel Sound e nei Testi che narrano di vicende sue e tutte sue (ma non troppo, quindi anche nostre e tutte nostre), come si conviene ad un Bobby tutto Soul, parodiante nel contingente emotivo e nella concentrazione mentale di un’orgogliosa Fisica Nera e Mediterranea, senza barriere di temporali stilistici, senza piglio da leader, senza inutili coreografie, senza effetti aridi, come il nome che s’è scelto (Alberto De Benedetti-Bobby Soul: una pensata dinoccolata e filibustiera da geniaccio).

Quando nel 2015 uscì il suo “L’Insostenibile Leggerezza del Funk” mi venne spontaneo dire: “Seguiamolo, è uno bravo”*.  Ed anche stavolta confermo.

Fabrizio Ciccarelli

Tutti i brani scritti da Alberto Debenedetti e Alessio Caorsi, tranne 5 (Debenedetti, Alesso, Caorsi) e 9 (Debenedetti Magnani)

Bobby Soul, voce, stomp box, percussioni, tastiere; Alessio Caorsi chitarre acustiche; Willie Oteri flauto in 2, 3, 5 e 14; Matteo Magnani chitarre e tastiere in 9; Francesca Lorusso voce in 1 e 13; Andrea Giannoni armonica in 16; Il Pennellone voce in 4, 7, 12, 15 e 18; Bob Quadrelli voce in 20.

  1. Intro Dodici Lanterne 0:46
  2. Osho si é fermato a Uscio 3:12
  3. Il pennellone 2:08
  4. Ne ha fatta di strada il mibemolle 0:40

5.Il giovane Raul 2:34

  1. Strizzami Deejay 3:24

7.L'Eroica di Beethoven 0:33

  1. Dodici lanterne 2:36
  2. Una notte sotto al cielo 2:44
  3. La torre di controllo 3:12
  4. Vera 4:18
  5. Mibemolle 0:24

13.La signora Giusy 3:56

  1. Zero 4:18

15.Il partigiano Uaglione contro il Nazistone 0:42

  1. Chi non cerca trova 2:42
  2. La dodicesima lanterna 3:48
  3. Suona in re 1:12
  4. Bonus track: Ho scelto te 3:46
  5. Ho dei pezzi per te 0:14

*http://www.4arts.it/2015/04/07/bobby-soul-linsostenibile-leggerezza-del-funk/

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