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Hobby Horse

Helm

Auand 2018

 

In quanto a sogni e bisogni il panorama musicale internazionale attualmente vive un momento che in molti considerano di stallo; personalmente lo considero di meditazione, di ricerca, di tentativi che a volte riescono ad impressionare chi ascolta per la più semplice delle virtù che un artista dovrebbe possedere: la creatività.

Certo, non sempre anzi raramente l’opera riesce, spesso a causa dell’ipervoracità del trovare il Nuovo, una sorta di ansia intellettuale che di frequente finisce per ingolfare i pensieri, le costruzioni sonore, la fluidità esecutiva, il doversi sentire diversi a tutti i costi. Hobby Horse tale angoscia sembra averla superata, pur ispirandosi all’avanguardia colta, ai filtri elettronici, alle dimensioni metropolitane di un Sound straniante e talora psichedelico che trova nell’interazione dell’insolito Trio sax-basso-batteria uno spontaneo punto di riferimento per turbinare intorno Idee belle e forti (Born Again Cretin dell’indimenticabile Robert Wyatt, Amundsen in accordo con le primitive e suggestive premonizioni del Gran Maestro Brian Eno)  che vorremmo attendere ancor più eccessive in una prossima performance.

Siano pulsazioni accelerate (Evidently Chickentown) a chiudere la performance o magie ancestrali per il timbro bruno e avvolgente del clarinetto basso (Helm) ad aprire l’esposizione tecnologica di un album – manifesto, la coerenza turbinosa e sincopata delle architetture compositive non lascia indifferenti, anzi eccita quell’attesa di Visoni del Futuro per chiunque in Crossover - Jazz Rock - Slanci Astrali veda Storie non ancora concluse ed al di là dal Divenire.    

Fabrizio Ciccarelli

Dan Kinzelman - tenor saxophone, clarinets, electronics, voice

Joe Rehmer - basses, electronics, voice

Stefano Tamborrino - drums, electronics, voice 

1.Helm 2.Salsa Caliente 3.The Go Round 4.Cascade 5.Buckle 6. Born Again Cretin 7a.Amundsen 7b. Evidently Chickentown

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