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Roberto Magris, Sun stone, Jmood Records, 2019

“Innamorati a Milano” è una bella canzone di Memo Remigi, un bel “lento” - si sarebbe detto un tempo dalle parti di chi amava certi club - ma guardate cosa ne fa, che pezzo di energia incredibile, tira fuori da quel tema, Roberto Magris!

E prendete un brano come “Sun Stone”, che dà titolo e inizio in chiave bop a questo album, o come  “Planet of love”, una ballad vagamente anni Settanta dalla quale farsi cullare sognando, o come “Maliblues”, un pezzo dall’interplay quasi orchestrale che mette però in risalto le abilità solistiche, per capire di che impasto è fatto il jazz di Magris:  quella dose di swing che non deve mancare mai, quel rapporto così sincero e così autentico con la tradizione, quella sua inconfondibile capacità di saperla riscrivere e attualizzare in modo mai corrivo, quel dominio del virtuosismo fine a se stesso di cui sarebbe anche capace visto le sue enormi qualità tecniche, quel dosaggio equilibrato tra scrittura e improvvisazione, quel rispetto sacrosanto per il pubblico al quale – che io mi ricordi (ed è tanto che lo seguo) – non ha mai inflitto operazioni cerebrali e intellettualistiche.  Di tutto questo è fatto il jazz del pianista triestino che passa ormai molti mesi l’anno in Kansas dove dirige l’etichetta Jmood e dove suona con i migliori musicisti americani tra cui, come in questo album, una vecchia e talentuosa guardia del jazz come il  sassofonista e flautista Ira Sullivan.

Colore e calore, espressività, tensione lirica, atmosfere sentimental, Magris non vi rinuncia mai: sarà un portato della sua formazione, il contatto con certe radici, la permanenza in quella terra dove un tempo il Be Bop più duro, più intransigente, si addolciva e si scioglieva nell’Hard Bop, la sua personale sensibilità poetica, la fortuna di incontrare generosamente in giro per il mondo artisti versatili e sinceri con la musica, e di contaminarsi e contaminare a sua volta, sarà quel che sarà ma questo è risultato. E lo è ogni volta che sforna un disco. Intanto “Sun Stone” è un’incisione che vale veramente la pena di ascoltare, più e più volte.

Stefano Cazzato

Roberto Magris: pianoforte

Ira Sullivan: sax alto, sax soprano, flauto

Shareef Clayton: tromba

Mark Colby: sax tenore

Jamie Ousley: contrabbasso

Rodolfo Zuniga: batteria

  1. Sun Stone
  2. Innamorati a Milano
  3. Planet of Love
  4. Maliblues
  5. Beauty Is Forever
  6. Look at the Stars
  7. Sun Stone II
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