chet baker /enrico pieranunzi- soft journey

 

Chet Baker Meets Enrico Pieranunzi ‎, Soft Journey, Edi-Pan Records  1980, Egea 2018

Incertezze del Tempo e Imperfezioni della Ragione

Nel nostro personale blasone del vinile d’oro, Chet Baker ed Enrico Pieranunzi nel 1980 con Maurizio Giammarco al sax, Riccardo Del Fra al contrabbasso e Roberto Gatto alla batteria: un Soft Journey quanto mai consono alle affinità intellettive ed emotive di due straordinari protagonisti del Jazz.

Un Jazz come si suonava allora (e, scusate, come poche volte si ascolta adesso), un Jazz privo di specimen afterhours e pochezze interpretative, un Jazz da stratosfera investito da un tornado di sensazioni positive, di note sensibili e personalissime nell’esplorare le possibilità dell’accordo e del fondere in interplay l’idea centrale del brano: una pura gioia ascoltare lo swing elegante di Pieranunzi, il suono meditante dell’immenso Chet, la varietas espositiva di Maurizio Giammarco al massimo dei suoi colori espressivi, il creativo supporto di Del Fra e Gatto, giovani talenti a quel tempo, talenti di spessore e di grande lucidità che si sarebbero affermati nel panorama musicale europeo a giusta ragione.

Chet è un’emozione continua, un perdersi dietro le sue tipiche note lunghe, un lasciarsi andare nell’incanto di una voce sommessa e gentile, china su stessa e alitata dal profondo dell’anima, un’intensità composta di lirico stupore e di poesia libera dal peso delle tradizionali strutture dell’improvvisazione, frasi e parole pensate nella criptica abilità di una mente in grado di solfeggiare su ogni cosa gli venisse alla memoria, la memoria di una vita difficile, difficilissima, da Poète Maudit nato a caso dopo la generazione di Baudelaire e Verlaine, da poeta semplice, meraviglioso ed imperfetto, da Hipster disobbediente quanto il dolore gli consentì di vivere.

E poi quell’incontro con Enrico Pieranunzi, forse il miglior pianista col quale avrebbe potuto condividere ogni sfumatura della sua Arte Sublime, pianista di squisita cultura, di rarissima finezza tecnica e di profonda humanitas: un duo perfetto, un duo che dà la sensazione di non aver mai pensato a cosa fosse meglio o peggio, ma suonare, suonare hic et nunc , un duo di anime vicine che ancor oggi cantano all’unisono.

Personalmente non riesco a smettere di stupirmi e commuovermi di fronte alla fluida e leggera eufonia del brano iniziale titolato non a caso Soft Journey (proprio il linguaggio sensibile e sottile di Chet sostenuto da una ritmica morbida e affabile, da un sax tenore forse attratto da altri discorsi ma egualmente sopraffino e coerente alle ragioni del bellissimo pentagramma del magnifico pianista romano),  al superbo plateau Bop alla Art Blakey’s Jazz Messengers di Brown Cat Dance che introduce luci incommensurabili nella bruna celestialità dei ben 10 minuti e oltre di My Funny Valentine, pièce come noto amatissima da Chet che la sapeva cantare non in sintonia col dovuto tecnico ma con una rarefazione emotiva che resta unica nella storia del Jazz, con un senso della battuta e della frase tutto suo, interpretato perfettamente nella sua dimensione onirica dal pianismo vibratile del Pieranunzi; una ballad così quelle amate da Chet, spossante quanto inebriante ed irregolare da non esser mai stata tentata da altri secondo queste fattezze cromatiche e, direi, filosofiche, com’è giusto per ogni capolavoro.  

Bop per Swing l’imperiosa Night Bird (la tromba di Chet suona divina anche in tempi veloci, Giammarco con voce piena alla Wayne Shorter), “New York’s Fashion” nella notturna evoluzione di Fairy Flowers già implementata dal distonico soffio vitale di Animali Diurni.

A 40 anni dalla pubblicazione, un album che, oltre a narrare delle incertezze del Tempo e della Ragione, dei tiepidi sopori primaverili e dei tersi luminosi crepuscoli autunnali, testimonia quegli straordinari momenti nei quali Chet fu tra noi, a Roma tra Lungotevere e Gianicolo e Trastevere, magie dalle quali si lasciò conquistare, passo dopo passo, respiro dopo respiro.  

Fabrizio Ciccarelli

Trumpet, Vocals – Chet Baker

Piano – Enrico Pieranunzi (comp.1, 3, 5, 6)

Sax- Maurizio Giammarco (comp.2)

Bass – Riccardo Del Fra

Drums – Roberto Gatto

1             Soft Journey  6:00

2             Animali Diurni  5:43

3             Brown Cat Dance 7:50

4             My Funny Valentine (Lyrics By L. Hart, Music By  R. Rodgers) 10:35

5             Night Bird 6:20

6             Fairy Flowers 5:05

Qui per ascoltare l'intero album:

https://www.youtube.com/watch?v=7z4taKY4cVI&list=OLAK5uy_mhs93GYa4DeziPGMl1iwD_DQpYlPrEWag

 

 

 

 

 

 

 

 

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