Ophiuco, Hybrid

ophiuco 

Ophiuco

Hybrid

Seahorse Recordings, 2015

Brian Eno ebbe ad affermare: “La razionalità è ciò che facciamo per organizzare il mondo e renderlo prevedibile. L'arte corrisponde agli esercizi di inapplicabilità e fallimento di quel processo.”

Ora, incontrata l’ebbrezza dionisiaca di “Hybrid”, il cui nome ci piacerebbe comunque, abbiamo la sensazione che davvero il Trio si lasci guidare da un Flusso di Coscienza leggibile nei momenti più intimi della propria ispirazione, per la divina possibilità d’intuire i mondi segreti più adatti, ad ognuno di loro e ad ognuno di noi.

 

Che si possa essere in equilibrio fra due poli, come il Lemma suggerisce, è pensiero condivisibile, come l’Immenso ed il Concreto, come fra due Mete, come fra tutto ciò che sembra essere contrapposto.

In realtà, non possiamo non sentire in noi giustapposizioni tanto naturali che, se avvertite nella loro interezza, sanno giungere in modo diretto alla necessità psichedelica di Ophiuco (“Desert”), un itinerario incondizionato composto non da forme facili e accattivanti quanto da sospensioni nelle incognite di un’Avanguardia  Noise e di un Trip Hop che sembra aver superato la serialità dei Massive Attack, dei Portishead, di Annette Peacock e di John Fahey (“Trip”) come dei campionamenti New Wave dei New Order (“Pneumatic Psycho Bodhidharma”), per volersi di nuovo divincolare dai tempi emotivi dei Pink Floyd e dei Tuxedomoon all’interno delle scenografie varianti e sfumate di Brian Eno, ricorrendo ad un’abilità strumentale mai fine a se stessa e ad una vocalità vertiginosa ed enigmatica mai premeditata per provocare facili straniamenti (“Ground”, “While”, l’esoterica Ghost Track “Game Machine”).

Per affinità elettiva, accostiamo “Scrowls of Intentiones” alle radenti penombre di Tim Buckley in “Starsailor” e alle Strade Perdute dei This Mortal Coil in “Filigree & Shadow”, convinti che Ophiuco nel suo brunore di essenze metafisiche sappia narrare frasi d’Oggi inquiete e liriche in una Lisergia notturna sfuggente ed ipnotica, acida e minimalista, vertiginosa nella trasformazione della Consapevolezza  esistenziale in un Suono spontaneamente contemporaneo .

Fabrizio Ciccarelli

Marino “Malima” Peiretti (chitarra), Paolo “Ezua” Zangara (basso) e Ilaria “Ali” Nicolini (voce)  Add. Luca Morselli (voce 2,7), Irene Parabita (voce 3,5) Nathalie Rosemarie Carlesso (voce 9)

  1. Desert
  2. Trip
  3. Pneumatic Psycho Bodhidharma
  4. Ground
  5. While
  6. Stress Is A Killer
  7. Scrowls Of Intentiones
  8. Figurato
  9. Out Of The Window
  10. Transitional Eyes
  11. Game Machine
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