Bobby Soul & Blind Bonobos, L'insostenibile leggerezza del Funk

Bobby Soul & Blind Bonobos

L’ Insostenibile Leggerezza del Funk

Riserva Sonora Records, Scintilla Press Genova, 2015

Nulla di più serio della Leggerezza, come hanno dimostrato non solo Kundera o Wilde, ma anche una vasta schiera di grandi performers (talora anche grandi musicisti) che, disarticolando le regole della convenzione Blues, diedero vita al fenomeno del Funk, a partire dalla fine degli anni 50.

 

Non che Bobby Soul (che nome fantastico) ci faccia caso più di tanto,  occupato com’è a conversare con tanti comprimari d’indubbio valore e vitalità e sagace humus intellettuale, ma è vero che senza quel cuore dalla pelle nera, alternativo al bianco Rock’n’Roll-Rockabilly,  non avrebbe mai potuto ingegnare un album così, spazioso nella ritmica e nell’interpretazione dinoccolata, ricco di immagini Black irriverenti  e d’ironico interesse per la messa alla gogna delle dozzinali ispirazioni (ed espirazioni) di web-dipendenti e Facebook-maniaci delle Amicizie e di Link e di Post e di Tags (“Due e Ventisei”).

Avventure cantautoriali  di uno Spleen fra Gaber e Paolo Conte firmato in un Groove jazzistico intimista e raffinato (”Donna davanzale”, “Una candela nel cuore”), la cui pronuncia stilistica muove un’intensità brillante e travolgente alla James Brown (“Mi muove”), Simbiosi cromatiche fra postrock e Acid (“Il Residance dell’amore universale”), ballate vagabonde (“Nano Nano”), Tran Tran da chansonnier all’angolo della sala da Tango con tanto di fisarmonica (“Désirée”), riflessioni esistenziali su un transcartesiano “non penso quindi tu sei” (“Don Giovanni”, che fa nella song rima alla Gozzano con “attaccapanni”) con una lunga e bellissima Coda Prog che la dice lunga sulla preparazione tecnica e sulla cultura del Bobby-Alberto De Benedetti.

E quando tutto sembra esser finito, quando sembra che non resti altro da fare che appendere gli strumenti ed infilarsi la giacca per andare a casa, ecco la sorpresa: come una Ghost Track appare la “Que sera sera” di Doris Day (oddio che ricordo di torpore piccoloborghese). Sorpresa: in abito smagliante e candore bruno e soul, il Walking Gospel viene condiviso con James & Black, voci profonde che in tono da Jam Session lasciano fluire il senso spirituale (sì, spirituale) di una performance tanto movimentata in un lirico Addio in penombra che non sa più nulla di miti filibustieri e di caricature ipocoristiche.

Appunto la Leggerezza, che non mira ad ottenere ammirazioni, semmai ad esprimere idee agili e spontanee tanto forti quanto distanti dal Chiasso che c’è qui intorno.

Seguiamolo: è uno bravo.  

Fabrizio Ciccarelli

Bobby Soul – voce

Blind Bonobos:

Alessio Caorsi – chitarre

Andrea Alesso – chitarre

Davide Zalaffi – batteria

Alberto Parodi – basso

Matteo Minchillo – tastiere

  1. Donna Davanzale
  2. Mi Muove
  3. Una Candela Nel Cuore
  4. Appena Mi Pagano
  5. Lunedi Sera
  6. Darci Dentro
  7. Due e Ventisei
  8. Il Residance Dell’ Amore Universale – Feat. la Decima Vittima
  9. Nano Nano – Feat. la Decima Vittima
  10. Desiree
  11. Amara
  12. Don Giovanni
  13. Que Sera,sera – Feat. James & Black

 

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