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Eric Dolphy, At the Five Spot vol.1, New Jazz 1961, vinile 2022

Genio e sregolatezza, è corretto considerare Eric Dolphy uno dei più grandi musicisti del 900, imprescindibile come Coltrane, Ellington, Parker e Davis; la sua prematura scomparsa non gli ha permesso di realizzare ulteriori performances, che sarebbero state di sicura importanza per il rinnovamento del Jazz tra fine anni 50 e primi 60.

Ogni tanto viene riscoperta qualche suo inedito che, a prescindere dalla qualità sonora dell’incisione, è pur sempre oggetto di alto interesse. Dolphy è stato il primo indiscusso solista di clarinetto basso, che 50 anni fa nessuno considerava possibile ad esser utilizzato con tale vigore e flessibilità, rimestando nei parametri sintattici di Charles Mingus, Thelonious Monk, John Coltrane e Ornette Coleman, con cui registrò lo storico “Free Jazz”, cablandoli in un geniale tessuto bebop.

Le lancinanti cromature post bop di violenza fonica del concerto del 1961 (recuperato quattro anni dopo) che Dolphy lancia nei suoi soli risentono del clamore dell’avanguardia classica europea, e la sua sintassi giunge con facilità a deformare i suoni della tradizione senza mai giungere alla totale astrazione dai parametri fondamentali dell’armonia e del ritmo. Perfino nelle sue performance più estreme e caustiche la voce strumentale di Dolphy esterna umanità profonda, commozione calda edun virtuosismo straordinario anche con sax e flauto.

Il primo volume del Live al Five Spot è senza dubbio uno dei suoi concerti più riusciti e testimonia l’intesa col trombettista Booker Little, anch’egli scomparso giovanissimo: i loro dialoghi volano su una sodale poesia tormentata sostenuta dal formidabile pianismo di Mal Waldron e dalla sezione ritmica di Ed Blackwell alla batteria e Richard Davis al contrabbasso.

Pièces come Aggression, Fire Walts e The Prophet restano pietre miliari del Jazz più afroamericano, pagine fondamentali dell’intelligente inventiva di questo geniale Maudit delle Blue Notes.    

Fabrizio Ciccarelli  

Eric Dolphy — alto saxophone, bass clarinet and flute Bo

Booker Little — trumpet

Mal Waldron — piano

Richard Davis — double bass

Ed Blackwell — drums

 

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