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Paolo Zou, Venus, Auand Records 2022

Nell’ascolto delle atmosfere, con tutta probabilità create in perfetta solitudine da Paolo Zou per Venus, riconosciamo una tecnica del tutto personale per brani spesso intimisti e raccolti, dal carattere visionario e da jam session.

Dovendo dare un modello al chitarrista romano citeremmo John Abercrombie e Bill Frisell per le armonie e le atmosfere concentrate, di portamento in parte classico in parte world, jazzistico nei confini dati da Pat Metheny e Pedro Aznar (l’intima e magnifica Covellite), che si stendono in un linguaggio mai univoco (come negli effetti blues e rock della psichedelica title track) con magneti pronti a variare effetti acidi in armonie “di bello sguardo” (Black Onix).

Le strutture musicali di Paolo Zou danno vita a movimenti inconsueti, a brusche perorazioni elettriche immerse in oasi silenziose punteggiate da un’espressione fanè e lisergica (Seahorse)  controllata ed espressiva tra puro Acid e disgregazioni di figurazioni rarefatte e metropolitane, fluide e soffuse nelle melodie jazzistiche, d’ingegno contemplativo, equilibrato e d’impatto immediato.  

FABRIZIO CICCARELLI

Paolo Zou – guitar

Adriano Matcovich – electric bass

Dario Panza – drums 

1,Seahorse #1 01:41

  1. Is Arutas 05:29
  2. Seahorse #2 00:52
  3. Orhis 07:03
  4. Seahorse #3 00:47
  5. Covellite 04:36
  6. Seahorse #4 00:40
  7. Venus 06:46
  8. Seahorse #5 01:33
  9. Adamite 05:06
  10. Seahorse #6 00:15
  11. Black Onyx 04:24

 

 

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