chick corea-tone's for joan's bones

Chick Corea, Tones for Joan's Bones, Atlantic 1968, vinyl 2022

Chick Corea è un nome fondamentale nel Jazz, pur essendo un artista piuttosto discontinuo, capace di realizzare album splendidi come Now We Sings, Now He Sobs (Solid State 1968) come banalissime allures pop-fusion commerciali pur stratrasmesse dai mass media.

In questo suo primo disco a suo nome registrato nel 1966 ma pubblicato solo nel 1968 dalla Vortex Records , una sussidiaria della Atlantic, rivela una notevole personalità autoriale, un sicura capacità come arrangiatore e come band leader in grado di scegliere in quegli anni formazioni sontuose, come quella di questo album: Steve Swallow al basso, Joe Chambers alla batteria e due ottimi fiatisti come Woody Shaw alla tromba e Joe Farrell al sax ed al flauto.

La performance appartiene ad uno dei migliori momenti di Corea, un Corea appena 25enne e già in grado di dar vita ad uno degli atti più creativi dell’ Hard Bop, partendo da un pianismo originale e pungente, ben lontano da ogni sentimentalismo ed ancora inconsapevole di quell’ispaneggiamento che pur gli darà grande e meritata notorietà nei dischi a venire.

I pentagrammi proposti sono magnifici, in particolare quello che dà il titolo all’album, inciso in precedenza dal grande Blue Mitchell, e l’originale This Is New di Kurt Weill, brano che palesa una scelta al di fuori del mainstream che in quegli anni l’Armando di Chelsea s’impegnava a cacciare dal suo repertorio jazzistico, così come nel fluido groove di Litha (punto esclamativo per i rapidissimi soli di tromba e di sax ed il plastico walking pianistico, veramente magistrali) che sembra anticipare la foga iconoclasta della free music di lì a poco protagonista della rivoluzione armonica e strutturale delle Blue Notes. Ad un orecchio assoluto takes come Straight Up and Down e This is New richiamerebbero alla memoria alcuni esuberanti impressionismi dello storico quartetto di John Coltrane e dei Duos di Duke Ellington, confermati nell’Incipit di Tones, assimilabile pur secondo un modus più lieve e meno irrequieto alle brillanti armonie dell’emozionante song My Favourite Things nella storica dilatata versione dell’inarrivabile Trane.

Il disco brilla per l’ interplay perfetto in un linguaggio originale e intenso, per i temi bellissimi densi di una tensione trattenuta costantemente e alimentata da una ritmica di primo piano, per gli assoli di fiati impeccabili e rigorosi che non s’inerpicano mai in sterili narcisismi: un Corea acustico innamorato del suo Bud Powell e non ancora coprotagonista della svolta elettrica di Miles Davis con cui ha realizzato eccellenti performances in studio e dal vivo, nelle quali già s’intravvede il nuovo sound della futura band "Return To Forever", circa la quale varrebbe la pena aprire un discorso a parte.

Noto al pubblico del jazz come brioso compositore di classici come La Fiesta e Spain, per apprezzare in toto la sua originalità e la sua raffinatezza è, se non obbligatorio almeno consigliato, ascoltare i suoi primi dischi (ricordiamo in particolare The Song of Singing e Piano Improvisations del 1971), fiammanti e dinamiche espressioni di un Jazz ancor oggi preso a modello da tantissimi musicisti ad oculatissima ragion veduta, uditi i concerti dal vivo che da trenta e più anni Chick Corea anima con eccellenti quintetti.

Fabrizio Ciccarelli

Chick Corea – piano

Woody Shaw – trumpet

Joe Farrell – tenor saxophone, flute

Steve Swallow – double bass

Joe Chambers – drums

Side One

1. "Litha" Chick Corea 13:33

2."This is New" Kurt Weill, Ira Gershwin  7:37

Side Two

1."Tones for Joan's Bones"                  Chick Corea     6:11

2."Straight Up and Down"                  Chick Corea     12:33

Da ascoltare in: https://www.youtube.com/watch?v=XMNl_bzWtJo&list=OLAK5uy_kB16hZ3Z94tjV7rcAptGIETsfbXIhtriA

 

 

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