avishai cohen trio- shifting sands

Avishai Cohen, Shifting Sands, Razdaz Records 2022

Una conoscenza jazzistica di alto livello quella del Trio di Avishai Cohen, musicista di sicuro spessore, contrabbassista da non confondersi con l’omonimo trombettista, artista sempre in grado di rigenerarsi e di cogliere le sfumature estetiche del jazz più contemporaneo senza mai lasciarsi andare a tentazioni superusate di contemporary troppo in balia di pieghe elettroniche o New Age o Trip Hop che navigano (immeritatamente) a gonfie vele soprattutto negli States dove vive e si esibisce con notevole riscontro di pubblico e di critica.

La forma del Trio è indubbiamente quella che maggiormente si addice al compositore israeliano, già collaboratore per ben otto anni di Chick Corea (uno che di giovani talenti se ne intende: Cohen fu da lui scritturato appena 25enne), di Bobby McFerrin, di Roy Hargrove, scelto dalle prestigiose London Philharmonic Orchestra e Israel Philarmonic Orchestra.

Le interpretazioni rendono pieno merito ad un Trio di eccellente creatività: ottimo l’interplay fra tre musicisti assolutamente padroni dello strumento, appagati dal post bop che delineano con slanci naturali e calore narrativo, in grado d’esprimersi con sentimento sia nelle serissime pochade che nei suggestivi intrighi meditativi (che, in verità appaiono anche più consoni allo spirito dei tre), al di fuori d’ogni Vamp disturbato che non rientri nella sua passione per il Latin e per uno sperimentalismo mai sopra le righe, accurato nella ricerca armonica e nell’articolazione di sonorità frequentate nell’ambito delle sue condivisibili memorie tanto jazzistiche quanto classiche, klezmer e orientaleggianti.  

Forse questo è l’album che più di tutti rappresenta l’estetica del Cohen, lirico e crepuscolare nella stesura di Below, concentrato nell’Insistito bachiano di Interwined e nel battito d’ali a sincopi di Shifting Sands, grazie all’indubbia capacità di cogliere l’attimo da parte di Elchin Shrinov al piano e della ventenne talentuosa israeliana Roni Kaspi, batterista abilissima nelle infinite varianti tra rullante e piatti.

Un album impressionante e immediatamente con merito nelle classifiche di genere, specie dopo la presentazione del 21 novembre 2021 al teatro Maillon di Strasburgo, del quale si ha ottima traccia, anche dal lato acustico, su YouTube:

https://www.youtube.com/watch?v=yZoyzswfMnY

Un album personale ed incandescente del quale non perdere neanche un attimo.

Fabrizio Ciccarelli

Avishai Cohen : bass

Elchin Shirinov : piano

Roni Kaspi : drums

Tracklist:

  1. Intertwined
  2. The Window
  3. Dvash
  4. Joy
  5. Below
  6. Shifting Sands
  7. Chacha Rom
  8. Hitragut
  9. Videogame
  10. Kinderblock

 

 

 

 

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