nugara trio- point of convergency

Nugara Trio, Point of Convergency, GleAM Records 2023

Per loro natura gli album in Trio danno spesso il clima, il punto d’arrivo del jazz nazionale ed internazionale (sono non pochi i talenti emersi nell’ultimo decennio, fate caso ai dischi usciti anche nel corso di quest’anno) e spiegarlo non è in realtà molto difficile poiché il livello di concentrazione quando si sceglie di suonare nell’ensemble più elegante delle Blue Notes è davvero alto, specie se le composizioni sono originali.

Il Nugara Trio è per il sottoscritto una sorpresa: quando si opta per il trio l’ovvio è sempre in agguato così come il déjà écouté, il che ovviamente non implica che i riferimenti stilistici non abbiano una paternità, “nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma” asseriva  Antoine-Laurent de Lavoisier, dando giusta evoluzione alle idee dei fisici pluralisti dell’antica Grecia, e questo è vero anche per qualunque forma d’arte; piaccia o meno il “genio assoluto” non esiste. Ma il fulcro della questione è vedere come e quanto chi suona (e compone) ponga di personale secondo il proprio gusto e la propria cultura, come accade nella performance di questo trio, nobilitato dalla presenza di una brava violinista quale Anais Drago i cui colori klezmer e classico-contemporanei impreziosiscono due bei brani come The dream of the Old Man e Poem for the Sunrise, punti fermi della Poetica dei tre.

Devo riconoscere che le piéces sono affabili, ben disegnate nelle armonie e nelle improvvisazioni pianistiche (Francesco Negri è indiscutibilmente bravo e creativo), modellate secondo notevoli profondità emotiva e sostanza tecnica, bilanciate in un contemporary di gusto internazionale molto gradevole, come nell’iniziale Winter is not as it used to be (chapeau!), nel meditativo assorto di Falling and Rising (chapeau!) e nel flusso dinamico di Ancestral Call, grazie anche all’ottimo apporto della ritmica di Viden Spassov e Francesco Parsi.

Mentori Bill Evans, Herbie Hancock, Ahmad Jamal, Michel Petrucciani, Kenny Barron, Brad Mehldau e i nostri Enrico Pieranunzi e Luca Flores, poiché Point of Convergency è preziosa conservazione e sguardo al futuro, separazione e rinascita, un Panta Rei (πάντα ῥεῖ) dell’elegante armonia di una sensibilità musicale che, possiamo dirlo dopo aver ascoltato il disco più volte, in questi tempi ahimè vicini alla barbarie, appare felicemente inusuale.

Molto bravi e assolutamente da ascoltare in https://open.spotify.com/album/1wmzpiqxO0Kl2ZNAsFjN2j?autoplay=true

Fabrizio Ciccarelli  Colangelo di Cesavolpe     

Francesco Negri al piano, Viden Spassov al contrabbasso e Francesco Parsi alla batteria. Ospite nel disco la violinista Anais Drago.

Winter Is Not As It Used To Be; Cosmic Blues; Kenny’s Present; The Dream Of The Old Man; Falling And Rising; Ancestral Call; Worlds Collide; Poem For The Sunrise.

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