Il Blues dell’Aforisma

Stefano Cazzato, Preferisco la partner al tutto, Ladolfi Editore 2023

Aforismi per oltrepassare la matematica del Caos, per esprimere in piena libertà ciò che – in altre note, in altri passi – l’Autore intende sintetizzare come visione della vita, come non metodico continuum derivato dai propri studi filosofici su Platone e sui pensatori moderni, dalla propria naturale esigenza di dire in versi il proprio blues di spleen, di ricerca di serenità, di quieta allegria.

La produzione di Stefano Cazzato in libro finora era stata questa, studioso del pensiero filosofico si pensava, ed ecco che ora, con coerenza assoluta, sente l’esigenza di “giocare” il Ludus sottile, a ben vedere crepuscolare come i suoi versi, secondo quella verità acutamente osservata da Sigmund Freud nei suoi brevi studi sull’aforisma, verità assoluta dei processi interiori, viatico del Super Io per liberare la coscienza dalle amarezze così come dalle gioie eccessive, equilibrando ciò che viene banalmente ritenuto marginale e quasi privo di contenuti e che invece è un atto di enunciazione fatto di strutture paradigmatiche e di strutture astratte il cui soggetto è il Giocatore, l’autore di performances che amano essere interpretate e che, per vivere, hanno assoluta necessità d’essere interpretate, “giocate”, discusse, rielaborate, sospettate d’esser “trovate” dal Lector in Fabula (come voleva Umberto Eco), da quel piacere del testo come esperienza estetica e passionale (Roland Barthes) oggetto di pluririelaborazione per Algirdas Greimas e Johan Huizinga e, naturalmente, dai più acuti creatori di frasi brevi come “massime di vita” quali Oscar Wilde, Friedrich Nietzsche, Charles Bukowski, Khalil Gibran, Karl Kraus, Ennio Flaiano, Leo Longanesi e Marcello Marchesi.

Quali sono dunque i confini del “gioco” di Stefano Cazzato? Precisiamo che forse i “confini” non esistono e che con  questo “gioco” l’Autore libera le emozioni nella volontà di controllarle ed al tempo stesso confessarle, come si diceva pocanzi, in un Blues di improvvisazioni sui patterns o, se si preferisce, con quello stesso animo con cui Bach variava gli Andanti con Moto con Adagi ed Allegri Moderati, Mozart con Rondò e Bill Evans con i “drop” degli accordi aperti appresi da Ravel e Debussy.

L’Aforisma di Cazzato è una forma di Dialogo vissuto nella sua quotidianità, in cui ognuno può essere Attore o Spettatore: dipende da quale prospettiva si intenda coglierne il Doppio per sentirsi (o non sentirsi) l’Altro in cui percepirsi leggero, invulnerabile, quasi irresponsabile. E questo, a mio avviso, è il senso dell’Arte del Vivere.

“Chi si dimette da una cosa non necessariamente ne abbraccia un’altra”

“Il razzismo cresce a macchia d’odio”

“Ci vuole coraggio per dire: ho paura!”

“Cerchiamo strade, ma ci sono solo orme”

“Dopo l’aforisma c’è il silenzio”

Appunto…

Fabrizio Ciccarelli

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