Frank Zappa Live in Barcelona 1988, dvd Masterplan 2024, 127 min.

Le Beffe visionarie dell’Espressionismo Rock: gli Atti Unici di Frank Zappa

Tante volte vi passasse per la testa di ascoltare un Frank Zappa giunto alle estreme conclusioni delle sue magnifiche nefandezze musicali, ecco il DVD del concerto a Barcellona nel 1998: capelli tagliati, maglia bianca, solito inconfondibile baffone con mosca, occhi cerchiati (il male cominciava a farsi sentire, cancro alla prostata), smagrito, meno mobile sul palco  rispetto a quanto ci aveva abituato, molto dedito a dirigere (ma quello gli era sempre piaciuto farlo), presentatore di se stesso ed illustratore dei brani eseguiti, purtroppo meno chitarrista del solito (peccato mortale!) ma altrettanto Dadaista sfrontato ed arrangiatore strepitoso. Dov’è Frank stasera, che fa: recita o fa il musicista? Occhio: è lui l’organizzatore della serata, è lui che fa il saltimbanco che corricchia in prima fila, solita Winston all’angolo della bocca con gli occhi attenti a ciò che fa la band (orchestra, meglio) che ha già abbondantemente istruito circa controtempi, soli, pizzicate armoniche, buffonate straparlate, marchingegni Rock’n’Roll da impiastrare con la Classica ed il Jazz, che, quando imbraccia la Seicorde non ce n’è per nessuno, stratosferico freak, mascalzone coltissimo, guitto Stradivari dei magneti che sa concretizzare in clamorosi miscugli deraglianti, nelle iconoclastie dei suoi testi aciduli contro il moralismo perbenista degli sbandieratori yankee più detestati. Oddio, i testi sembrano più pochades da Vaudeville che intimidazioni poetiche ma è anche per questo che rimarranno ineguagliabili sincretismi apparentemente alogici, in realtà lucidissime genialate che sarebbero divenute trendy, anche a prescindere delle bizzarrie-sollucchero per gli astanti al concerto. Un’ondata da 70 nodi di Beatnik che vuole coglionare gli ottusi veterani: esempio lo strabuzzato Joe Pyne durante il suo talk show, particolarmente ostile alle zazzere con camiciole indiane e barbacce beat generation. Pyne lo guarda di sguincio e profferisce: "Signor Zappa a giudicare dai capelli lei è una signorina!". Frank ribatte tranquillo con ghigno beffardo con una delle sue bombe taglienti: "Lei signor Pyne, a giudicare dalla gamba, è un tavolino". Se l’abbia capito non lo so, ma Zappa era pur sempre il Satanasso del “Senza deviazione dalla norma, il progresso non è possibile” e  del “Alcuni scienziati affermano che l'idrogeno, proprio perché così abbondante, è il mattone fondamentale dell'universo. Io dico che nell'universo c'è più stupidità che idrogeno, e ha una durata di vita maggiore.”

A rigor di Semiologia musicale potremmo dire che i segni chitarristici del Frank siano tanto personali da esser divenuti inimitabili, trasferiti anche nei soli della sua band, tradotti in Rock, in Blues  persino in Free Jazz da Edgar Varèse con lo spirito di un serissimo saltimbanco parodiante dallo Humour fracassone contro l’ordine costituito sfornando una settantina di LP cui parteciparono, significativamente, staffieri quali Captain Beefheart, Alice Cooper, il tastierista jazz George Duke, i chitarristi Steve Vai e Adrian Belew, il violinista Jean-Luc Ponty, il compositore new-age Patrick O’Hearn, i batteristi Terry Bozzio e Vinnie Colaiuta, molti dei quali aiutano a fare lo scemotto lui, maniaco del protagonismo (come in questo concerto) perfezionato in Mimo sardonico dalla formidabile virtù chitarristica (qualcuno sa indicare chi ha suonato o suona come il baffuto carpentiere del palco catalano?). Sapete cosa rispondeva a chi gli chiedeva che musica facesse? “ Quelli a cui piace si divertono; non la consumano perché è arte, ma perché ci provano gusto”. E proprio questo , in poliritmie, atonalità, schizzi solistici casuali, lo portava a dichiarare, poco prima di Barcellona, “sono solo un tipaccio che scrive musica che non riesce a fare eseguire”: va bene essere consapevoli del proprio istinto sperimentatore, ma perché Zappa pensava che i suoi brani fossero così complessi ad essere eseguiti? Forse la risposta più credibile è stata quella di una delle figure più rilevanti della musica contemporanea, Pierre Boulez, che ha anche diretto alcune sue opere e ha affermato: “Come musicista era una figura eccezionale perché apparteneva a due mondi: quello della musica pop e quello della musica classica. E non è una posizione comoda”. Certo che Frank sapeva di risultare “scomodo” , “terribile” e antipatico per chi si azzardava a scrivere di lui, considerato come mentecatto parolaio, tanto che nella sua autobiografia ebbe a dire: “In genere un’autobiografia è opera di qualcuno che considera la propria vita fonte di incredibile interesse. Io non lo penso della mia ma sono tali e tanti i volumi stupidi che trattano di me, che ho creduto opportuno ci fosse almeno un libro serio sul mio conto”. Appunto: Zappa l’incontinente appassionato di “tette e birra” (apprezzatelo in compagnia di Adrian Belew  nel concerto al Palladium di New York del 31 ottobre 1977) abbastanza insoddisfatto dei lunatici fricchettoni che ritenevano di poter parlare delle sue formule senza aver capito nulla della sciamannata cultura alla base della meticolosa scelta dei brani da eseguire dal vivo, come accadde in quel di terra catalana, spettacolo spettacolare (perdonate la banale figura retorica) di un Teatro dei Burattini “Bum Bum”, simpatico e imbandito per il “pasto nudo”  di una eccentrica genialità sui magneti e sugli aggeggi elettronici preparati per le “air sculptures” da esaurire ogni sera di ogni concerto.     

Golose e folli le ribalderie del “Bolero” dell’amato Ravel, il ballonzolio blues di “Wipping Post”, la stralunata lettura di “I am the Walrus” (avessero mai fatto Rock i Beatles, chissà). Ostile e divertente, farabutto On the Road di formidabile intelligenza: Ellington, Mingus e Stravinsky in quella chitarraccia Gibson o nella Fender Stratocaster connessa ad un preamplificatore-equalizzatore per contenere l'effetto Larsen, adattando così il suono allo specifico luogo di ogni esibizione live.

Bah, in fondo Zappa affermava che “buona parte del giornalismo musicale è gente che non sa scrivere, che intervista gente che non sa parlare per gente che non sa leggere.” Ed allora noi ci ritiriamo in buon ordine, dopo aver preso atto dell’ultima spunzonata sulla beatlesiana “With a little help from my friends”, nemmeno citata nella tracklist . Non c’è un attimo di tregua, come in “Joe’s Garage”, “Freak Out!”, “Hot Rats”. Ma Zappa sarà sempre poco interessato alla sua eredità, tanto meno alla fondazione di una Scuola filosofica o chitarristica: «Non me ne frega un cazzo se si ricorderanno di me», disse in un’intervista data a Nationwide sulla BBC nel 1983. Più di due ore di Concerto, anti Reagan e anti Bush, attentissime agli arrangiamenti e all’idea di presentarsi alle elezioni presidenziali, cui rinunciò consapevole del cancro alla prostata che ce lo avrebbe tolto a 53 pochi anni nel 1993. Non penso sarebbe mai stato letto, ma in quanti l’avrebbero votato? Forse non pochi, vista la spazzatura politica USA del tempo. Io avrei votato per lui, certamente più onesto, sensibile (checché se ne dica) e creativo.

“Informazione non è conoscenza, conoscenza non è saggezza, saggezza non è verità, verità non è bellezza, bellezza non è amore, amore non è musica. La musica è il meglio.” Avesse ragione lui?

Fabrizio Ciccarelli

B000PTYTBW, 13 euro

00:00:12   Black Page Spanish Intro

00:01:50   The Black Page ( New Age Version )

00:08:37   Packard Goose I  

00:11:35   Royal March from L`Historie du Soldat ( Igor Stravinsky )

00:12:30   Theme from The Bartok Piano Concierto ( Bela Bartok )

00:14:00   Packard Goose II

00:16:05   Sharleena

00:22:40   Bamboozled By Love

00:28:00   Black Napkins

00:34:18   When The Lie's So Big

00:37:55   Planet Of The Baritone Women

00:40:37   Any Kind Of Pain

00:45:53   Jesus Thinks You're A Jerk

00:53:23   Sofa

00:56:02   Find Her Finer

00:58:41   Big Swifty

01:10:29   I Ain't Got No Heart

01:12:25   Love Of My Life

01:14:41   The Torture Never Stops Medley ( inc. Theme from "Bonanza" and “Lonesome Cowboy Burt”

01:32:40   Bolero ( Maurice Ravel )

01:38:05   Watermelon In Easter Hay

01:42:47   Whipping Post

01:48:17   I Am The Walrus

01:51:48   The Illinois Enema Bandit

02:01:20   Strictly Genteel

Frank Zappa – sinth, guitar, voice

Ike Willis – sinth, guitar, voice

Scott Thunes – sinth, voice, minimoog

Bobby Martin – sax, voice

Chad Wackerman – drums, percussion. voice

Ed Mann – percussion, marimba, vibraphone

Mike Keneally – sinth, guitar, voice

Bruce Fowler – trombone

Walt Fowler – sinth, trumpet, flugehorn

Kurt McGettrick – sax, baritone sax , clarinet

Albert Wing – tenor sax

Paul Carman – alto sax, baritone sax, soprano sax

# su YotTube con le limitazioni che conosciamo: https://www.youtube.com/watch?v=UD5y5SbQaos&t=855s

 

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