nicola mingo-my sixties

Nicola Mingo, My Sixties In Jazz, Alfa Music 2023

Eh sì, gli anni 60 nel jazz… Personalmente non ricordo un periodo più produttivo per le Blue Notes e forse nemmeno tanti protagonisti, sia a carriera definita che esordienti, che abbiano lasciato un’orma tanto indelebile, spiragli di futuro alla base di ogni moderno svolgimento in ogni forma del Bop e oltre. Dovessimo consigliare una discografia essenziale almeno il 70 per cento sarebbe dedicata a questo decennio prodigioso, come credo pensi anche Nicola Mingo, bravo chitarrista a tutti noto per il suo fraseggio nitido e la sua capacità d’esprimere nei soli fluidità, armonia e creatività.

L’album non ha momenti d’interruzione, sembra una session brano dopo brano e, a dirla tutta, che bella formazione ha scelto Mingo! Tre ottimi strumentisti italiani (facciamolo sapere che il jazz tricolore è davvero una notevole eccezione nel panorama mondiale) che lo seguono con spontanea semplicità, “quadrati” tecnicamente (ma questo è ovvio) e adeguati partners nello svolgersi del discorso musicale.

Ciò che conta, in ogni caso, è quel che il disco trasmette in emozioni e piacevolezza d’ascolto. Si può esser abili nel metodo quanto si vuole ma se non c’è feeling ed entusiasmo c'è noia, l’esatto contrario di quanto fondamentale per ogni arte, e Musica in primis. L’ingegno del quartetto è invece nel piacere di suonare 7 originali del chitarrista e 5 pentagrammi storici, creando un’antologia dal Sound intenso, piano, composto, con le parti ben distribuite e coordinate dal bel registro della Gibson del talentuoso napoletano, caldo alla Wes Montgomery e Barney Kessel dei bei tempi, estroso nelle arie volatili di Two Of A Kind di Terence Blanchard, in This Masquerade, capolavoro di Leon Russell, nell’Alba della Notte firmata dal Poetico partenopeo del Nostro, brillante nel triplo Bop di Confirmation di Charlie Parker per il pianismo deciso e sottile di Francesco Marziani e tenuto in naturalezza filologica dal walking del contrabbasso di Pietro Ciancaglini e dall’affabile drumming di Pietro Iodice, uno dei migliori batteristi in Europa.  

Va da sé che in “My Sixties” non c’è alcun processo di ossidazione bensì un tessuto di dinamiche eclettiche e piacevoli, da D Modern Blues al perentorio di Bopping e allo sguisciante Neapolitan Blues, inevitabile compendio dell’alter ego del Nostro, in fondo “My Sixties” come le sue 60 albe …

Fabrizio Ciccarelli

Nicola Mingo guitar Francesco Marziani piano Pietro Ciancaglini double bass Pietro Iodice drums

  1. BOPPING (nicola Mingo) 4.32
  2. TWO OF A KIND (Terence Blanchard) 5.42
  3. FLYING (nicola Mingo) 4.09
  4. ONE BY ONE (Wayne Shorter) 4.40
  5. BACHIAN BLUES (nicola Mingo) 2.41
  6. D MODERN BLUES (nicola Mingo) 4.32
  7. THIS MASQUERADE (Leon Russell) 5.07
  8. DOG SONG (nicola Mingo) 5.31
  9. L’ALBA DALLA NOTTE (nicola Mingo) 4.48
  10. NEAPOLITAN BLUES (nicola Mingo) 5.00
  11. CONFIRMATION (Charlie Parker) 7.02
  12. MY GUITAR SOLO (nicola Mingo) 2.37

# in ascolto su https://open.spotify.com/intl-it/album/6jSkKiHq2GOdzQufkQmF3u?autoplay=true

 

 

 

 

 

 

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