michele di toro, comepromesso 2

Michele Di Toro

ComEpromesso 2

Abeat 2016

Esistono pianisti che si muovono con scioltezza dando sempre l’impressione di non aver mai la minima fretta di esibire il loro talento, rilassati e sorretti da tecnica anche eccellente, e ne esistono altri, capaci di volgere senza enfasi soli di note essenziali e frasi leggere, indifferenti ai suoni sin troppo generosi del mainstream e sensibili, invece, alle riflessioni che muovono dal repertorio classico per immergersi con discrezione e sensibilità nelle Blue Notes.

 

Tra questi ultimi credo sia giusto annoverare Michele Di Toro, sia per l’immediatezza (che non significa affatto superficialità) delle sue scelte melodiche istantaneamente godibili, sia per le credenziali jazzistiche delle eleganti invenzioni solistiche che per la disinvolta originalità dei colori strumentali, come nella leggera e radiosa visione del Gershwin più poetico (“I Love You Porgy”), nella passionalità del Silenzio crepuscolare dell’ “Estate” di Bruno Martino, nella pagina agitata e complessa del meraviglioso  “Libertango” del Genio Piazzolla, accostata per matrice culturale ed emotiva alla bellissima novella in musica “Alfonsina y el Mar”.

Non giochiamo sulle assonanze o sulle sciarade a sottrazione: “ComEpromesso”* non è affatto un compromesso è piuttosto una Live Session in Studio, il cui equilibrio è nella sequenza (non so quanto ragionata ma sicuramente non casuale) di pentagrammi importanti, molto importanti, non necessariamente legati da nessi filologici e sempre omogenei nell’estro improvvisativo.

La  condivisibile non razionalità dell’elemento artistico appare  legata ad un amore profondo per l’anima  Blues di Keith Jarrett, Brad Mehldau e Michel Petrucciani, traslata nel Misterioso sospeso delle Sonate di Wolfgang Amadeus Mozart, esteta “maledetto” e alato scelto dal Nostro nell’aspetto più minimale  e dunque più vicino al proprio trasparente lirismo (“Omaggio a Mozart”, nella personale interpretazione per il primo tempo della K 545 e per il Rondo à la Turque della K 331).

Al pianista personalmente auguro discrezione e lontananza da echi saccenti e tentazioni virtuosistiche, e poco ne cale se abbia incantato il pubblico di “Tu sì que vales” (pubblico esageratamente eccitato nello Stupore e facile all’applauso nel nome del più banale laissez faire televisivo, anche se facilmente e con rispetto s’intende il motivo della partecipazione del Nostro ad un Format tanto seguito), poiché meriterebbe ben altro proscenio vista la personalità artistica tempo fa ben intuita dal Maestro Maurizio Pollini e, per quel poco che conta, individuata dal sottoscritto in letture originali e profonde, in quel Pathos interminabile e differente che chiamiamo, e non solo per convenzione, Jazz.       

Fabrizio Ciccarelli

Michele Di Toro- piano solo.   

  1. I Love You Porgy (George & Ira Gershwin)
  2. Estate (Bruno Martino)
  3. Libertango (Astor Piazzolla)
  4. Alfonsina y el Mar (Arie Rodriguez/Felix Luna)
  5. Things ain’t what they used to be (Mercer Ellington)
  6. The Beauty and the Beast (Alan Menken/Howard Ashman)
  7. Omaggio a Mozart

*Il presente è il secondo volume del progetto, il primo è ”ComeEpromesso”, Wide Sound 2014.

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