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GIANLUCA DI IENNO, Gliders, Abeat 2018 

I Gliders, gli “Alianti” di Gianluca Di Ienno, pianista compositore che osa e osa bene, aprono le Vele della musica afroamericana a linee melodiche di ricerca, i cui slittamenti avanguardistici non presentano mai funambolismi fini a se stessi, semmai un groove elastico e fraseggiato con una diteggiatura pianistica erede di forme tardonovecentesche sia classiche che blue, tornito dai lineamenti jazzistici di un artista che personalmente considero o tra i più bravi tout court nel suo settore (Fulvio Sigurtà al flicorno ed alla tromba) e da una ritmica molto adatta alla idee originali del Di Ienno, il contrabbasso di Giulio Corini (quanto mai funzionale allo svolgimento dei temi) e la batteria di Alessandro Rossi (attento ed agile nei cambiamenti di tempo e di tono). 

Siamo, senza dubbio, nell’ambito di una riflessione musicale tutt’altro che solo istintiva e d’area limitata da un punto di vista estetico, ed i climi esplorati sono vari e diversi, uniti comunque da una “serietà passionale” che viene facilmente trasmessa a chi ascolta, nel mentre che ognuno può legarvi tratti importanti della Storia del Jazz (Jarrett, Tristano, Bley, Hancock, John   Lewis? Sì; ma io dico anche Mehldau e alcuni visionari newyorkesi, tanto per dar a chi legge punti di riferimento, pur soggettivi). 

Scegliere brani rappresentativi di questo Gliders non è semplice perché il tutto sembra far parte di un discorso fluido narrato episodio dopo episodio e non di un insieme di frammenti a sé stanti. A titolo del tutto personale: il lunare bachiano in veste da nuovo millennio di Ringlets and Buds, il “linguaggio globale” del fremere di Slideshow nel quale il quartetto interagisce e condivide con improvvisazioni di grande eleganza (primus inter pares Sigurtà con la limpida linearità della sua tromba), la varietas pianistica del Di Ienno in Circularity, ed ogni intrusione di clap-clap o tintinnio o varia effettistica con toys ed electronics, una volta lasciato oggetto di riflesso Brian Eno e sodali con i loro magici strumenti sintetizzati, come da significato evidente nel chiosare e chiudere l’album col Rumore scintillante, appropriato e opportunamente brevissimo di Cold Noise, che a mio avviso appare   anticipazione di un Pensiero Futuro che il Nostro ha già in qualche parte del proprio Cappello Magico.

Chi legge abbia la pazienza di una riflessione indotta dalla performance dell’Aliante. Di quali e quanti colori abbia a dire il Jazz italiano continuiamo a sottolinearlo da decenni: esperienze culturali originali e pienamente innovative tristemente pari al disinteresse dei mass media convenzionali, a vantaggio non si sa di quale imponente maître à penser o multinazionale extralusso. Di certo ha stancato questo indomito menefreghismo, che intendiamo spezzare indicando, volta per volta, coloro che si facciano libera strada per Creatività, Spontaneità, Bravura esecutiva e, appunto, Cultura. Come nel caso di Gliders, “Alianti” in volo, come si diceva… 

Fabrizio Ciccarelli 

Gianluca Di Ienno (piano/toys/electronics/compositions) 
Fulvio Sigurtà (flh/tp/electronics) 
Giulio Corini (b) 
Alessandro Rossi (ds)

1 Ringlets And Buds
2 Gliders
3 Slideshow
4 Etta Was My Hero
5 Circularity
6 Ad Ovest Del Villaggio
7 Harmattan
8 Cold Noise

 

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